La Schlein si mangia i baci perugini

Non riesce il miracolo, anzi il supermiracolo, al centrodestra in Emilia-Romagna: la Regione si conferma la roccaforte rossa per eccellenza, e il nuovo presidente è Michele de Pascale, 39 anni, sindaco pd di Ravenna, che con il 56% circa dei voti regala una gioia a Elly Schlein. Va concesso, e non è una frase fatta, l’onore delle armi a Elena Ugolini, candidata civica scelta dal centrodestra per la sfida più difficile di tutte. La Ugolini si ferma al 40% circa, tre punti in meno di quanto raccolto nel 2020 dall’allora candidata del centrodestra, Lucia Borgonzoni della Lega.

A proposito del 2020, vanno sottolineati due dati. Il primo: de Pascale prende più voti di Stefano Bonaccini, che alle scorse elezioni ottenne il 51,4%; il secondo: in Emilia-Romagna l’affluenza è letteralmente crollata dal 67,6% del 2020 al 46,4% di ieri. Attenzione però: nel 2014, l’affluenza era stata appena del 37,7%. Il picco di votanti del 2020 si deve quindi, molto probabilmente, alla grande mobilitazione che ci fu in quell’occasione. I sondaggi davano Bonaccini avanti di pochissimi punti, la Bergonzoni poteva contare su una Lega cresciuta a dismisura (alle Europee del 2019 aveva superato il 34%), la roccaforte rossa sembrava davvero poter crollare e così nacque il fenomeno delle Sardine, un finto movimento spontaneo di sinistra accuratamente creato in laboratorio per mobilitare l’elettorato progressista, in particolare quello più giovanile. Inoltre, il M5s correva da solo. Alla fine Bonaccini vinse distaccando la Bergonzoni di 8 punti. Stavolta, evidentemente, il risultato è stato ritenuto scontato dagli elettori dell’Emilia-Romagna, che si sono ri-allontanati dalle urne. Non sappiamo, ma è probabile, se sul calo dell’affluenza possano aver pesato anche le polemiche e le accuse incrociate sulle responsabilità delle alluvioni che hanno colpito la regione: l’esperienza insegna che chi deve fronteggiare le conseguenze drammatiche di una catastrofe vuole concretezza e non tollera chiacchiere a vuoto o peggio ancora risse propagandistiche strumentali.

Analizzando (ovviamente in base alle proiezioni) i dati dei partiti, il Pd targato Elly Schlein supera il 40% dei voti, è di gran lunga il primo partito nella Regione. Male il M5s, inchiodato al 3,5%, superato da Avs, che ottiene il 5,3%. A proposito dei pentastellati, almeno a guardare il voto in Emilia-Romagna il dibattito «andiamo da soli», «no, meglio allearsi con il Pd» è pura accademia: nel 2020 il M5s andò da solo con un proprio candidato presidente, Simone Benini, e prese il 4,5%, quasi esattamente la percentuale di questa tornata elettorale.

Nel centrodestra si conferma il dominio di Fratelli d’Italia, che raggiunge il 24% (alle scorse regionali prese l’8,6%). Forza Italia è intorno al 5,5% (prese il 2,6% nel 2020) così come la Lega, che alle regionali 2020 prese il 32%.



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