Il vero esame delle Europee è per Scholz e Macron

Il risultato delle elezioni europee in Italia non sarà di certo quello più importante da osservare per capire che aria tira nell’Unione Europee.

In Italia c’è da un anno e mezzo un governo stabile, uscito vincitore dalle urne, con sondaggi quasi immobili dalle elezioni politiche del 2022. Punto percentuale in più o in meno per questo o quel partito non cambierà il panorama politico generale del paese.

Ben diversa è la questione in Francia e Germania, che sono i luoghi a cui guardare la sera delle elezioni. A Parigi il partito del Presidente Macron è alle prese con due sfide molto difficili: la prima è quella di non essere surclassato dal Front National di Le Pen; la seconda è di non farsi superare dal partito socialista. La prima partita è quasi impossibile, gli ultimi sondaggi danno il FN al 32-33% contro il 14-15% di En Marche che verrebbe doppiata dal partito di destra. La seconda competizione è più alla portata di Macron, ma i socialisti sono appaiati ai centristi del presidente e potrebbero mettere la testa avanti. Ciò implicherebbe non solo un Macron con un consenso e un partito risicato, ma anche la perdita della leadership di quel lungo arco che si oppone alla destra di Le Pen e Zemmour. Significherebbe essere influenzato non soltanto dalla destra sovranista, ma anche dai socialisti. Macron si ritroverebbe con un secondo mandato dai margini di manovra molto risicati. E potrebbe essere costretto a strambare, ad esempio a sciogliere l’assemblea nazionale e andare ad elezioni legislative anticipate per gestire in modo diverso il rapporto con parlamento e primo ministro. Insomma, molto sono le incognite e le debolezze a Parigi, con le tre destre vicine al 50% dei consensi.

In Germania, invece, la situazione è forse ancora peggiore. I Verdi e i Liberali sono quasi al collasso di consensi rispetto alle elezioni del 2021, con i secondi che rischiano di non superare la soglia di sbarramento e tentati dal far cadere il governo. Ma anche i socialisti di Scholz non se la passano bene, con un consenso di poco superiore al 15%. Nei sondaggi il consenso della SPD è pari alla metà del partito popolare di opposizione CDU e forse sarà inferiore a quello della destra radicale di AfD. Un risultato del genere forse non metterà a rischio la vita del governo, ma senza dubbio lo indebolisce molto e lo paralizza per le paure dei partiti di maggioranza. Come se non bastasse, la relazione franco-tedesca attraverso un momento di stanchezza. I due paesi faticano ad andare d’accordo sulla politica estera, sulla difesa e sulle politiche industriali.

Tra Scholz e Macron, come è noto, non c’è particolare stima reciproca. Con due governi così indeboliti, il rischio è che la relazione si irrigidisca ulteriormente e che ogni passo in avanti nell’integrazione europea sia a rischio. Ne consegue una risposta sempre più lenta dell’Unione Europea alle tante sfide e insidie internazionali. Questa volta sarà difficile sostenere che sia l’Italia il gran malato d’Europa o il colpevole dell’incaglio dell’Unione.

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