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January 29 2018
Sono tre i candidati in corsa per la poltrona di presidente della Figc nelle elezioni del 29 gennaio 2018, a quasi quattro mesi dal fallimento della mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018 che ha travolto come un maremoto i vertici della Federcalcio spingendo alle dimissioni Tavecchio. Si tratta dei rappresentanti delle maggiori componenti politiche del mondo del calcio.
Ad essere scesi in campo entro il termine della mezzanotte del 14 gennaio sono stati Gabriele Gravina, capo della Lega Pro e dirigente di lungo corso, Cosimo Sibilia, numero uno della Lega Nazionale Dilettanti (così come lo era stato Tavecchio) e senatore di Forza Italia e Damiano Tommasi, ex giocatore della Roma e della nazionale, presidente dell'Aic, sindacato dei calciatori.
In extremis e per mancanza di un numero sufficiente di adesioni è saltata la candidatura di Claudio Lotito, presidente della Lazio e uomo potente all'interno della Lega di Serie A e a quella di Serie B (è proprietario anche della Salernitana). Una presenza osteggiata da molti patron e che ha rischiato di spaccare un fronte già confuso e che tenta l'impresa di trovare un accordo prima della data del voto.
Il rischio è quello di una fumata nera che riporterebbe dietro le lancette dell'orologio a novembre e potrebbe far tornare la tentazione del commissariamento da parte del Coni.
Gabriele Gravina è stato candidato dalla Lega Pro (l'attuale Serie C) che guida dal dicembre 2015 e che vale dal punto di vista del peso elettorale il 17% con i suoi 60 delegati. Di origine pugliese, classe 1953, Gravina è nel mondo del calcio dagli anni '80 avendo iniziato come presidente del Castel di Sangro dei miracoli.
Negli anni Duemila ha cominciato a ricoprire incarichi dentro la Federcalcio (capo delegazione con la nazionale Under 21 per diverse edizioni dell'Europeo e ai Giochi olimpici del 2004 e 2008) e nel 2015 è diventato presidente della Lega Pro, confermato con la rielezione con plebiscito quasi bulgaro un anno più tardi.
Il programma di Gravina - Il suo progetto per la nuova Figc si intitola 'La partita del futuro - Il senso del movimento' e contiene passaggi politici come la revisione dello Statuto federale dando nuovi pesi alle diverse componenti e interventi sulla parte sportiva. Vuole nuove regole per le iscrizioni dei club ai campionati (oltre 50 società fallite negli ultimi cinque anni) e un limite di 40 club professionistiche con subito dietro un torneo di semiprofessionisti.
E' favorevole alle seconde squadre per consentire alle società di Serie A di far crescere i propri giovani senza doverli mandare in prestito ma potendoli controllare in tornei più impegnativi del campionato Primavera. Preme per la rivisitazione dei Centri federali per l'insegnamento del calcio ai giovani.
Cosimo Sibiliaè stato candidato dallaLega Nazionale Dilettantidi cui ha preso la guida nel gennaio del 2017 diventando poi vice presidente vicario della Figc sotto la presidenza di Carlo Tavecchio. Senatore di Forza Italia nella XVI e XVII legislatura, campano classe 1959, è figlio dello storico presidente dell'Avellino Antonio Sibilia ed è attivo nel mondo del calcio dall'inizio degli anni Novanta.
Il sostegno della LND gli contente di partire con il vantaggio di poter controllare il 34% dei voti (90 delegati) e di poter essere il vero ago della bilancia nei meccanismi elettorali della Figc. Una condizione che era stata anche di Tavecchio nel 2014 e nel 2017.
Il programma di Sibilia - Il suo piano per la Figc prevede una distinzione tra i ruoli politici e quelli tecnici all'interno del governo del pallone. Propone l'introduzione di un torneo che faccia da cuscinetto tra i dilettanti e la Serie C e che sia formato da semiprofessionisti. Per il rilancio della nazionale prevede investimenti e il coinvolgimento di grandi ex atleti.
Valorizzazione anche per il calcio femminile (già presente nei programmi elettorali di Tavecchio), riforma della giustizia sportiva e mantenimento degli attuali pesi elettorali sono altri punti del suo programma.
Damiano Tommasi è stato candidato dall'AIC (Associazione Italiana Calciatori) che guida dal 2011 dopo essere succeduto allo storico fondatore Sergio Campana. E' forte di una base di consenso che gli vale un 20% con 52 delegati. Ex calciatore con alle spalle una lunga carriera con le maglie di Verona, Roma (10 stagioni e uno scudetto), Levante, Qpr e Tianijn oltre che con l'azzurro della nazionale (campione d'Europa Under 21 nel 1996) è sempre stato considerato una delle menti pensante del pallone.
Il programma di Tommasi - Il titolo delle 27 pagine presentate al momento della candidatura è 'Palla al centro', sintesi dell'idea di riportare il calcio giocato ad essere priorità nel dibattito sul futuro del movimento.
Ha previsto 13 aree d'intervento che toccano tutti gli aspetti della politica sportiva, dal peso elettorale delle componenti (riconoscimento di un maggio valore alla Serie A), all'introduzione delle seconde squadre da schierare in Lega Pro con il mantenimento dell'attuale numero di club (Serie B a 20 squadre) ma con paletti più stretti per l'ammissione ai campionati.
Vuole la revisione della Legge 91 e l'introduzione dell'obbligo di diploma federale per diventare tecnici dei settori giovanili. Sogna l'allargamento della Coppa Italia anche ai dilettanti, investimenti per lo sviluppo del calcio femminile e la rivisitazione del Club Italia sul modello dei club professionistici con figure amministrative, manager e il reparto tecnico.