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August 21 2015
Alexis Tsipras, premier greco, si è dimesso. "Lascio al popolo il voto sul nostro operato" ha detto nel suo discorso ai greci, consapevole di avere una maggioranza di governo molto cambiata e più fragile di quella post elettorale. Una coalizione che avrebbe reso molto difficile l'attuazione del piano di riforme promesso all'Europa al momento della firma del memorandum che ha consentito l'erogazione del prestito da 86 miliardi di euro in tre anni.
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Ma cosa succede ora? In base alla Costituzione greca, dal momento che il premier si è dimesso, i tre principali partiti in Parlamento hanno tre giorni ciascuno di mandato per riuscire a formare un governo e, nel caso in cui non ci riescano, si va a elezioni anticipate che molti dicono potrebbero essere fissate per il 20 settembre.
Il presidente del partito conservatore greco Nuova Democrazia, Vangelis Meimarakis, ha infatti ricevuto oggi il mandato di formare un governo dal presidente della repubblica Prokopis Pavlópulos. Se Meimarakis non riuscisse a creare un esecutivo, come gli analisti prevedono, il mandato esplorativo passerà alla terza forza, "Unità popolare".
Chi è "Unità popolare"
"Unità popolare" è la corrente radicale di Syriza che ha annunciato oggi la presentazione di una propria lista. Avrà un proprio gruppo parlamentare con 25 deputati e come leader Panayotis Lafazanis. "La piattaforma di sinistra contribuirà alla formazione di un ampio fronte progressista, democratico e antimemorandum che parteciperà alle elezioni per imporre la cancellazione degli accordi" coi creditori, si spiega in un comunicato. Questa fazione, che punta al ritorno della dracma come moneta nazionale e ha criticato duramente i negoziati di Tsipras, rappresenta meno del 30% dei membri di Syriza. Con 25 deputati, "Unità Popolare" è la terza forza della Camera greca.
L'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e anche la presidente del Parlamento Zoe Kostantopulou non sarebbero tra i 25 deputati di Syriza pronti a dare vita al nuovo partito: lo dice la Bbc, che cita Ta Nea.
I conservatori non vogliono le elezioni
Intanto, Meimarakis ha assicurato che cercherà di formare un governo per evitare le elezioni anticipate. "Chiederò un appuntamento con la presidentessa del Parlamento per esaminare, con gli altri partiti, la possibilità di formare un governo senza andare a elezioni", ha detto Meimarakis in un breve colloquio col presidente della Repubblica, Prokopis Pavlopulos, nel palazzo presidenziale.
Dopo aver ricevuto via mail il mandato di formare l'esecutivo, Meimarakis ha incontrato Pavlopulos per ottenere il mandato in forma ufficiale. "Viviamo una situazione politica senza precedenti e credo che, sebbene i leader politici rappresentino la totalità dei deputati dei rispettivi partiti, ogni deputato debba avere il diritto di pronunciarsi", ha dichiarato Meimarakis uscendo dal palazzo presidenziale.
Il leader di Nuova democrazia ha aggiunto che cercherà di formare un governo guidato da un premier che provenga da Syriza, "un altro che non sia Tsipras, perché lui non vuole". Ha quindi precisato che proporrà come nuovo primo ministro Yanis Dragasakis, l'attuale vice premier, perché "conosce i temi economici e possiede una certa capacità di collaborare. Se Tsipras non si fida di lui, che proponga un altro primo ministro", ha aggiunto Meimarakis.
Il leader conservatore ha espresso il proprio disaccordo rispetto alla scelta di andare alle elezioni, sottolineando che sono "l'ultima risorsa e non aiutano il Paese".
Completamente all'opposto si posiziona il leader del partito centrista greco To Potami, Stavros Theodorakis. Ha dichiarato che la Grecia dovrebbe andare alle urne il più presto possibile perché al momento non è possibile per nessun partito formare un governo senza il premier uscente Alexis Tsipras alla guida.
Il faro puntato di Eurogruppo e Germania
Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, spera che le elezioni anticipate in Grecia "si tengano quanto prima per perdere meno tempo possibile". Lo ha detto lui stesso parlando con i giornalisti prima di una riunione del Consiglio dei ministri in Olanda.
Dijsselbloem, che è anche il ministro delle Finanze olandese, ha chiarito che le elezioni anticipate in Grecia "non costituiscono una rottura" dell'accordo per il terzo salvataggio. A suo parere, secondo quanto riferisce il portale d'informazione olandese NU, cercando il voto anticipato Tsipras vuole "creare un governo stabile" che continui il percorso pro Europa della Grecia.
Anche la Germania, in realtà, non è sorpresa dalle dimissioni del primo ministro greco Alexis Tsipras e ritiene che il prossimo governo ad Atene debba applicare le condizioni concordate nel terzo accordo di salvataggio, come ha spiegato il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, aggiungendo però di non volere commentare gli affari interni di altri Paesi. "Il programma di aiuti è stato firmato con la Repubblia ellenica e su questo niente è cambiato. Nell'Unione europea si procede così. Naturalmente il governo tedesco si aspetta dal prossimo esecutivo ad Atene l'applicazione delle riforme e degli accordi compresi nel memorandum", ha affermato Seibert.
Il portavoce dell'esecutivo di Berlino ha segnalato che Tsipras aveva informato precedentemente Merkel della sua decisione di riunciare all'incarico per andare verso elezioni anticipate dopo solo sette mesi di governo.