"Milano ha bisogno che qualcuno le dia colore, anima. Vediamo troppe sofferenze": così don Antonio Mazzi durante l'omelia per il funerale di Elio Fiorucci ha parlato della città e di quello che non ha voluto definire "stilista" ma "poeta che con quattro stracci faceva un capolavoro".
In molti, nonostante il caldo torrido, hanno voluto rendergli omaggio per l'ultima volta nella chiesa di San Carlo, proprio di fronte al suo negozio storico e per salutare i familiari: i fratelli, le figlie (due presenti, la terza rimasta a casa perché incinta). E subito sono giunte le proposte per ricordarlo. Mario Furlan, dei City Angels, ha annunciato che il centro di accoglienza più grande d'ora in poi si chiamerà Casa Fiorucci e su Change.org è stata organizzata una petizione perché la Galleria Passarella, dove lui aveva il negozio, si chiami Galleria Fiorucci. Un'ipotesi di cui ha detto che si farà portavoce Francesca Balzani, il vicesindaco presente per il Comune con la fascia tricolore.
Presenti fra gli altri anche l'editore Urbano Cairo, gli stilisti Carla Boni, Raffaella Curiel, oltre a Carlo ed Ennio Capasa, Giuseppe Modenese, Oliviero Toscani, Afef e Massimo Moratti con la moglie Milly.