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March 15 2015
Lotta continua. La polemica sul matrimonio omosex e i figli in provetta scatenata dalle dichiarazioni di Dolce & Gabbana. Ora a lanciare la fatwa è sir Elton John, che si è scagliato contro le dichiarazioni dei due stilisti: «Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono 'sintetici'?", ha scritto, intimando loro di «vergognarsi per aver puntato i loro ditini contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero ed omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli. Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda».
E a questo punto, novella strega Malefica, lancia il boicottaggio: «Non indosserò mai più nulla di Dolce e Gabbana».
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Il web si scatena e tutti i siti internazionali, da Times a Stern, da ABC al Guardian fino a Spiegel la rilanciano. La tennista Martina Navratilova, fresca sposa della storica compagna Julia Lemigovaha, ha dichiarato di aver buttato via tutte le sue t-shirt di D&G.
Courtney Love, moglie di Kurt Cobain, ribadisce il concetto, definendo la posizione dei golden boy della moda italiana un bigottismo senza senso: "Ho appena messo insieme tutti i miei accessori Dolce e Gabbana e voglio bruciarli". Le fa eco Riky Martin, il cantante diventato padre con la fecondazione in vitro.
Right on Elton and Davidhttps://t.co/qmORSvTnUeMy D&G shirts are going in the bin- don't want ANYONE to wear them
Martina Navratilova (@Martina) 15 Marzo 2015
Just round up all my Dolce e Gabbana pieces, I want to burn them. I'm just beyond words and emotions. Boycott senseless bigotry! #boycottDG
Courtney Love Cobain (@Courtney) 15 Marzo 2015
.@dolcegabbana ur voices R 2powerfull 2B spreading so much h8 https://t.co/30Oe2hcxNt Wake up,Its 2015 Luv urselves guys #boycottdolcegabbana
Ricky Martin (@ricky_martin) 15 Marzo 2015
Mentre si preparano pire di abiti di pizzo nero, quasi fossero libri, una curiosa inversione del «Je suis Charlie» sta combattendo il libero pensiero dei due stilisti.
Il direttore di Panorama, Giorgio Mulè, si interroga su twitter a proposito della guerra d’opinione. E alla pop star inglese chiede: "Provare ad accettare idee diverse dalle tue è un buon esercizio di democrazia. Ed è pure facile!".
Dear @eltonjohndotcom, try to accept different ideas from you. It's good excersise for democracy. And simple also!! With @dolcegabbana
Giorgio Mulè (@giorgiomule) 15 Marzo 2015
Molto più diretto un Instagram che appare con il nome di Stefano Gabbana (ma non si è sicuri che sia lui): «Fascist», urla a Elton John.
Dopo poco viene rimosso, ma inizia la lunga sequela di chi dà ragione a Dolce e Gabbana. Colpevoli solo di aver espresso una loro convinzione.
"Crediamo fermamente nella democrazia e pensiamo che la libertà di espressione sia una base imprescindibile per essa. Noi abbiamo parlato del nostro modo di sentire la realtà, ma non era nostra intenzione esprimere un giudizio sulle scelte degli altri. Noi crediamo nella libertà e nell'amore", dichiara Stefano Gabbana. E aggiunge Dolce: "Sono siciliano e sono cresciuto con un modello di famiglia tradizionale, fatto di mamma, papà e figli. So che esistono altre realtà ed è giusto che esistano, ma nella mia visione questo è quello che mi è stato trasmesso, e con questi i valori dell’amore e della famiglia. Io sono cresciuto così, ma questo non vuol dire che non approvi altre scelte. Ho parlato per me, senza giudicare le decisioni altrui".
Ma la macchina inarrestabile dei social network non si ferma e il profumo firmato D&G lanciato in queste ore su Instagram è ribattezzato Homophobe.
Qui i tweet con #boycottdolcegabbaba e #dolcegabbana: