Musica
August 29 2023
«La vita, amico, è l'arte dell'incontro» non è solo una nota citazione di Vinicius de Moraes contenuta nel brano Samba da bencao, ma anche una lezione di cui ciascuno di noi ha avuto più volte conferma nel corso dell'esistenza. Una lezione particolarmente vera in ambito musicale, dove l'incontro tra due artisti, anche se provenienti da stili e contesti diversi, a volte è in grado di regalare intense emozioni grazie al linguaggio universale della canzone di qualità.
Si respirava l'atmosfera delle grandi occasioni, ieri sera alla Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, nel primo dei tre concerti-evento di Elvis Costello e Carmen Consoli in Italia, nonostante il maltempo e la pioggia torrenziale che hanno investito la capitale e che hanno costretto gli organizzatori a spostare lo show al chiuso. A portare il sole e il calore della Sicilia, anche in una serata insolitamente fresca per essere la fine di agosto, ci ha pensato Carmen Consoli, che si è esibita per prima in un'ora di concerto, durante la quale ha ripercorso le tappe principali della sua fortunata carriera. La «cantantessa» ha scelto di proporre le sue canzoni più famose accompagnate soltanto dal suono della sua inseparabile sei corde. Una scelta volutamente minimalista, in modo da guardare negli occhi il suo pubblico e rendere ancora più emozionanti e suggestive le sue canzoni, ricche di impegno e passione civile. Rock, pop, blues e folk si sono avvicendati in una girandola sonora che ha avuto come trait d'union la personalità di una delle figure più carismatiche del panorama musicale italiano. Non poteva mancare in scaletta, dopo l'inizio grintoso con Rockstar, l'intensa Amore di plastica, canzone con la quale l'artista catanese si è messa in luce a Sanremo Giovani nel 1996 grazie alla particolare timbrica della sua voce e alla sua interpretazione personale, in cui si fondono al tempo stesso grinta e fragilità. Una delle canzoni più belle del suo repertorio è certamente l’intensa e dolceamara L’ultimo bacio, scelta dal regista Gabriele Muccino come titolo del suo film del 2001 (a cui ha partecipato anche la cantantessa con un piccolo cameo), in occasione della quale fa il suo ingresso sul palco Massimo Roccaforte, chitarrista e mandolinista di Carmen Consoli fin dagli esordi nel 1993, a dare ancora maggiore pathos al brano. Dopo l'immancabile Venere, Carmen ha cantato in siciliano i pezzi Buttana di to ma e A’ finestra, un caloroso e riuscito omaggio alle sue radici musicali che strappa lunghi e convinti applausi al pubblico della Sala Santa Cecilia.
La cantantessa si congeda per lasciare il tempo ai tecnici di sistemare il palco per l'ingresso di Declan Patrick MacManus, da tutti conosciuto come Elvis Costello, uno dei più originali, versatili e talentuosi cantautori degli ultimi cinquant'anni, inserito nella lista dei 100 artisti più grandi di tutti i tempi secondo Rolling Stone. Dal punk delle origini al traditional pop, dal folk fino all'esperimento di black music con i The Roots, Elvis Costello è un artista che ha saputo spaziare con naturalezza, in quarantasette anni di carriera, tra diversi generi musicali, lasciando sempre la sua inconfondibile impronta, tra rabbia e ironia. Accompagnato dal fenomenale pianista Steve Nieve, Costello (il cognome della nonna di origine italiana) canta seduto con l'amata chitarra o in piedi utilizzando il microfono con l'asta da consumato crooner, utilizzando al meglio la sua voce ricca di calore e di sfumature, che lo rendono uno dei migliori interpreti contemporanei, come hanno confermato le esecuzioni dello standard All or nothing at all nella versione di Jimmy Dorsey e di Toledo, pescata dal capolavoro Painted from memory del 1998, realizzato insieme a Burt Bacharach, il grande compositore americano recentemente scomparso. I brani più rock e ballabili della serata sono naturalmente quelli incisi da Costello con gli Attractions (inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame), da Pills and Soap a Shipbuilding, passando per Possession, Almost Blue, The Comedians, Accidents will happen, High Fidelity e Pump it up. Costello cerca costantemente il dialogo con il pubblico, a cui chiede spesso di accompagnare la melodia del piano con il battito di mani, racconta gustosi aneddoti, si toglie il cappello in segno di ringraziamento per i calorosi applausi, si diverte e diverte il pubblico, tenendo sempre alta la qualità musicale: esattamente tutto ciò che un performer dovrebbe fare (e che lui fa alla grande). Una vitalità tanto più stupefacente, se si considerano le sue sessantanove primavere e soprattutto il grave tumore che lo aveva colpito nel 2018, costringendolo a un lungo stop: potere della musica e del talento.
Poco prima della mezzanotte arriva l'attesa esibizione congiunta tra Elvis Costello e Carmen Consoli, accompagnati entrambi da Massimo Roccaforte alla chitarra e Steve Nieve al pianoforte. Il primo incontro tra i due cantautori risale al lontano 1998, nella trasmissione Roxy Bar condotta da Red Ronnie. Costello rimase colpito dalla sua scrittura, ascoltò i suoi dischi e nel 2006 la vide dal vivo a New York, andando poi a trovarla nei camerini per complimentarsi. «Dopo il concerto, il promoter venne in camerino e mi disse che c’era una visita speciale: Elvis Costello era venuto lì per vedermi suonare dal vivo. Non potevo crederci, un mito della mia infanzia era lì per me. Fu un’emozione grandissima. Mi trovai di fronte un artista enorme ma di una gentilezza e umiltà rare», ha raccontato recentemente la cantantessa. L'idea di un tour congiunto nacque nel 2012, ma Carmen fu costretta a declinare in quanto incinta al terzo mese: per fortuna l'occasione si è ripresentata undici anni dopo e non poteva che essere Roma la città scelta per il debutto della "strana coppia". I due cantautori hanno suonato insieme sei brani, il primo dei quali è Le cose di sempre della Consoli, tratto da Volevo fare la rockstar del 2021. Costello canta un po' in inglese e un po' in italiano, mostrando grande abnegazione e divertimento nel progetto congiunto. Carmen mostra un inglese perfetto in All this useless beauty, brano del 1996 di Costello con gli Attractions, per poi rivolgersi al pubblico: «Sia per me che per Elvis la B è stata una lettera molto importante. Per me rappresenta Battiato, per lui Bacharach».
E così il pubblico dell'Auditorium canta e batte le mani per tutta l'esecuzione di Centro di gravità permanente, il brano più rappresentativo del periodo electropop del compianto cantautore siciliano. Funziona bene il gioco call and response tra i due artisti in Please stay, uno dei brani più famosi del primo periodo della carriera di Burt Bacharach, portato al successo nel 1963 dai Drifters capitanati allora da Rudy Lewis. La chiusura del concerto è affidata a Il pendio dell'abbandono, scritto nel 2005 a quattro mani da Carmen Consoli e Goran Bregovic, e a Peace love & understanding, trascinante brano rock del 1979 di Costello & The Attractions, il modo migliore per chiudere una coinvolgente festa in musica di quasi tre ore. Si replica stasera al Teatro Verdura di Palermo per poi chiudere il minitour giovedì 31 agosto al Castello Sforzesco di Milano. Ci auguriamo che questa riuscita collaborazione tra due artisti diversi, ma accomunati da un originale talento e da uno spirito ribelle, che si muove tra ironia e denuncia, possa sfociare presto in un album congiunto e, chissà, magari in un altro tour.