Musica
Emis Killa: se non sapete chi sono guardate la classifica

Un dito medio alzato all’altezza della faccia e due parole che non si possono equivocare: "Fai schifo". Succede anche questo nei caldi backstage del rap italiano. Lo racconta Emis Killa, 22 anni, 27 milioni di clic su Youtube e un disco d’oro per il suo ultimo album, L’erba cattiva. "Tutto normale" racconta "nel mio mondo gli insulti arrivano dagli invidiosi, da quelli che non sopportano l’idea che tu, povero zarro brianzolo, ce l’abbia fatta a svoltare. Sono gli hater, gente senza futuro che odia e basta". Emiliano (il vero nome) da Vimercate, nel cuore della Brianza, mette in rima storie di provincia: adolescenze fatte di bar, luna park e discoteche. Di scazzottate e debutti sessuali col brivido: "Per due giorni ho temuto che la mia prima tipa fosse incinta, ho avuto incubi, la sognavo mentre sfornava bambini a ripetizione".

La scuola vissuta come perdita di tempo, la strada come maestra di vita: "Con gli studi ho chiuso a 13 anni. Due mesi di tentativi alle superiori mi hanno convinto a mollare. Me lo dicevano anche i professori: perché vieni qui a perdere tempo? E allora mi sono cercato un mestiere, 10 ore a giorno a preparare il cemento nei cantieri. Tornavo a casa sporco come un sacco di gesso con il naso sanguinante". Poi, la scoperta di avere talento per il rap, le prime gare di rime improvvisate, la compagnia del muretto di San Babila, a Milano, luogo d’incontro degli aspiranti Eminem italiani.

Fino al successo, quello che ti cambia la vita. Riempiendoti le tasche di euro e i camerini di groupie: "Ma quali soldi a palate, oggi guadagno come un impiegato, niente di più. Solo che lui va in ufficio tutte le mattine alle 8 e deve dire di sì al suo capo. Groupie a grappoli? Calma, non siamo in America. Qui è pieno di ragazze qualsiasi che si travestono da bad girl. Ma poi, quando è il momento di passare all’azione, se la danno a gambe".

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