Il mondo verde sognato a Bruxelles, tra ideologia e follia, smentito dalla realtà

Crisi energetica, post-pandemia, siccità, il tutto gestito da sinistra, che significa allarmismo e inconcludenza. In questi giorni stiamo assistendo a un fenomeno del quale i nostri politici, soprattutto a Bruxelles, sembravano essersi dimenticati: le fonti energetiche rinnovabili sono una gran bella cosa ma sono imprevedibili. Pensiamo per un attimo se il prossimo anno, oltre a siccità e conseguenze della guerra, la scelta non sarà più tra pace e condizionatori ma tra questi e ricaricare le auto elettriche che ci stanno costringendo a comprare, oppure peggio, tra andare in giro o poter ancora conservare il cibo nei congelatori. La Germania su questo ha di fatto già dichiarato la resa: le sue auto saranno elettriche ma caricate con energia prodotta bruciando carbone. Anche perché nel Mare del Nord sta mancando il vento, con la conseguente riduzione della produzione di energia elettrica dall’eolico. E pensare che alla Cop26 di Glasgow proprio Italia e Germania hanno firmato per abbandonare il carbone, eppure adesso tutto deve essere ridiscusso, anche perché la siccità sta per costringerci a fermare le centrali idroelettriche con buona pace del poco rinnovabile che potevamo vantare grazie ad Alpi e Appennini. E siccome non abbiamo il nucleare, o compriamo energia dall’estero, oppure è meglio che cominciamo a ridiscutere certe decisioni come proibire i diesel tra almeno due anni, poter riaccendere i camini in inverno, irrigare i campi svuotando le piscine e magari usare i soldi del Pnrr per rifare gli acquedotti colabrodo che ci ritroviamo. Questi, oltre a perdere il 45% dell’acqua hanno un difetto enorme: non si vedono e pertanto non portano voti.

L’ideologia che ha guidato il green-deal è stata evidentemente quella di considerare il mondo un posto tranquillo pieno di anime belle, dal momento che non appena scoppiata una guerra, con l’idea di rinunciare al gas russo, che già sappiamo finirà a India e Cina, i Paesi europei più industrializzati compenseranno la carenza di forniture aumentando l'utilizzo di carbone. Siamo costretti a sostenere la conversione dell’automotive verso le auto a batteria, pena multe auto-inflitte, crisi finanziaria dei tanti fondi che stanno illudendo gli investitori, pena la perdita di fondi comuni, e dall’altra parte non possiamo che riaccendere le vecchie centrali. Traguardo verde fallito. Il fatto è che da sempre a sinistra si prendono decisioni trascinati da fantasie e sogni pensando al mondo giusto e ideale che non esiste. Ed anche se gli si presentano i calcoli con le unità di misura che contano, in questo caso i Gigawatt, tutto rimane a un livello più basso, ridotto a un dettaglio nel grande sogno del fantastico mondo dell’energia pulita. Ma facendo due conti si scopre che se per ogni chilowatt fatto con idroelettrico e gasolio si emettono tra 190 e 400 grammi di CO2, con il nucleare questi sono soltanto 59. La coperta è corta e l’ideologia è diventata follia.

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