30 anni fa l'addio a Enrico Berlinguer

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L'ex segretario del Pci, Enrico Berlinguer


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Germania Est, anno 1951. Una delegazione di giovani comunisti italiani in corteo sfila con le effigi di Berlinguer e Togliatti.


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Un ritratto di Palmiro Togliatti durante una partita a scacchi. Fu a Salerno con "Il Migliore" che Berlinguer iniziò la carriera politica nel PCI.


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19 gennaio 1951: Berlinguer a Berlino Est assieme a Honecker durante i lavori del congresso della "Internazionale degli studenti".


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Berlinguer e Luciano Lama negli anni '50 durante la militanza nel Fronte della Gioventù.


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Enrico Berlinguer nel 1965 con i dirigenti comunisti. Da sinistra: Pecchioli, Giuliano Pajetta, Sandro Curzi, Luigi Pintor e Pietro Ingrao.


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Berlinguer sulla Grande Muraglia durante un viaggio in Cina nei primi anni '80.


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Anno 1978: uno scatto del "compromesso storico". Berlinguer a colloquio con il segretario DC Zaccagnini e il presidente Aldo Moro.


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Berlinguer stringe la mano a Benigno Zaccagnini, segretario della Democrazia Cristiana dal 1976, anno del massimo successo elettorale del PCI dal dopoguerra.


Aprile 1978. Berlinguer al congresso nazionale FGCI accanto a Massimo D'Alema e Achille Occhetto.


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Scritte contro Berlinguer sui muri di Roma. Il segretario del PCI fu più volte accusato dalla sinistra extraparlamentare di sottomissione al potere democristiano e agli industriali.


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Roberto Benigni di fronte all'altarino dedicato al segretario comunista nel film "Berlinguer ti voglio bene".


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Enrico Berlinguer e Roberto Benigni.


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Enrico Berlinguer davanti ai cancelli di Mirafiori durante gli scioperi a oltranza del 1980. Dalle lotte sindacali di quell'anno il PCI di Berlinguer uscirà sconfitto per effetto del fallimento delle trattative sindacali e per la reazione dei quadri e impiegati Fiat noto come la "marcia dei quarantamila".


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Berlinguer in un momento drammatico: ai funerali delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 riceve l'abbraccio dei parenti.


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Momenti di relax all'isola d'Elba. Berlinguer in acqua assieme a Giorgio Napolitano.


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Berlinguer e il segretario della DC Ciriaco de Mita. 1983.


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Ritratto in posa per Alessandro Natta, Franco Tatò ed Enrico Berlinguer il 24 marzo 1984.


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ROma, 13 giugno 1984. LA folla commossa dei militanti alle esequie di Enrico Berlinguer.


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Una selva di pugni chiusi si serrano al passaggio del feretro di Berlinguer.


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Una delle ultime immagini dei funerali di Berlinguer, forse la più famosa. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini accarezza la bara di Enrico Berlinguer prima della tumulazione.


Trent'anni fa il 11 giugno 1984 moriva Enrico Berlinguer, ultimo leader carismatico del PCI. La morte fu improvvisa e dovuta alle conseguenze di un grave ictus che lo aveva colpito durante un comizio a Padova la sera del 7 giugno. 

Di famiglia nobile di origini catalane, era nato a Sassari il 25 maggio 1922, un anno dopo la fondazione del Partito Comunista Italiano di Antonio Gramsci, sardo come lui.

Il padre Mario, parlamentare socialista, era stato il fondatore de "La Nuova Sardegna" e cugino di secondo grado di Francesco Cossiga. Nel 1943 Enrico si iscrive al PCI clandestino, nel 1944 organizza la rivolta dei forni di Sassari. Poco più tardi sarà introdotto dal padre a Palmiro Togliatti durante la permanenza di quest'ultimo a Salerno. Nel 1946 è segretario del Fronte della Gioventù e conosce Stalin in un viaggio in URSS. 

Il 1956 sarà un anno cruciale per il comunismo internazionale e per lo stesso Berlinguer che si trovò nel guado dopo i fatti di Ungheria. Nel periodo compreso tra il XX Congresso del PCUS e la morte di Togliatti nel 1964. Proprio la successione a quest'ultimo aprì il grande dibattito sull'autonomia del PCI da Mosca, e Berlinguer sarà messo in disparte fino alla successione del segretario Longo. Per primo nel 1969 rompe con Mosca criticando Breznev in seguito ai fatti di Praga del 1968. Nel 1970 è segretario del PCI, dove traccerà la via ad una nuova forma politica comunemente nota come "Eurocomunismo". Dal 1970 al 1976, anno della massima espansione elettorale del partito, Berlinguer costruisce le basi del "compromesso storico" con la DC, che si infrangerà contro i governi di solidarietà nazionale in seguito al rapimento Moro. Il declino prosegue anche per l'ingresso di Bettino Craxi alla guida del PSI. La sua ostilità verso la partecipazione dei comunisti alla compagine di governo alzerà una barriera nei confronti di Berlinguer. Nel 1980 sarà invece la sconfitta sindacale alla Fiat a far segnare il passo alla segreteria Berlinguer, in seguito alla marcia dei quadri Fiat nota come la "marcia dei quarantamila" che costrinsero il PCI ad accettare il compromesso della cassa integrazione. Quattro anni dopo, durante la campagna elettorale per le politiche del 1984, la voce dell'ultimo Segretario con la S maiuscola si spegneva, segnando la fine di una parabola iniziata nel dopoguerra. 

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