Equitalia quasi quasi è meglio per la riscossione dei tributi

Il rischio è che alla fine ci tocchi rimpiangere l’Equitalia. Fra le 84 società (pubbliche e private) autorizzate a riscuotere le imposte per conto degli enti locali ce ne sono pure di corrette ed efficienti. Ma basta qualche indagine per imbattersi in storie inquietanti, ambientate soprattutto, ma non solo, nel Mezzogiorno: dai tributi spariti lungo la strada alle ipoteche illegittime, fino alla richiesta di pagamenti oltre il dovuto che si risolvono con un po’ di contrattazione. Qualche cattivo pensiero deve averlo fatto anche il governo, che il 4 ottobre ha posticipato a sorpresa a giugno 2013 l’abbandono del campo da parte dell’Equitalia, già previsto per il 1° gennaio. La spiegazione è che molti piccoli comuni non hanno pronte soluzioni alternative, ma è difficile pensare che lo scandalo di Tributi Italia (società che ha messo nei guai decine di comuni, non riversando le tasse riscosse) non abbia avuto il suo peso.

Nel mondo della riscossione dei tributi locali c’è un po’ di tutto: dai gruppi grandi e ben conosciuti, come Poste Italiane, Monte dei Paschi di Siena, Engineering, a società semisconosciute che operano a volte ai limiti della legalità. Più che il livello dell’aggio (che pure è talvolta molto elevato) il problema è l’affidabilità di alcune società e la trasparenza dei loro rapporti con le amministrazioni.

SOGET
È esemplare la storia della Soget di Pescara, a cui l’anno scorso il Comune di Taranto revocò la riscossione della Tarsu e la riscossione coattiva di tutte le tasse locali dopo avere scoperto una macchia nel suo passato: aveva subito nel 2010 la rescissione per inadempienze di un contratto con il Comune di Oria, in provincia di Brindisi, omettendo di dichiararlo al momento della firma. Ciononostante, secondo la denuncia presentata a luglio dall’ex candidato sindaco (Pdl), l’avvocato Filippo Condemi, al prefetto di Taranto e alla commissione tributaria provinciale, la stessa società continuerebbe a inviare cartelle esattoriali a migliaia di cittadini, non si capisce a che titolo e a nome di chi.

La stessa commissione tributaria, inoltre, ha appena condannato la Soget al risarcimento del danno esistenziale per avere illegittimamente iscritto un’ipoteca e praticato il fermo amministrativo dell’auto ai danni di due anziani coniugi per il presunto mancato pagamento dell’Ici. Nonostante tutto questo, il 18 settembre scorso la società si è aggiudicata la riscossione coattiva delle entrate tributarie, patrimoniali e derivanti da violazioni amministrative, sempre a Taranto, stavolta per conto della provincia, al termine di una gara il cui bando è stato pubblicato il 13 agosto e a cui non si è presentato nessun altro.

CENSUM
Un lodo arbitrale ha condannato la Censum di Bari a risarcire 350 mila euro al Comune di Parabita (Lecce) per avere commesso, dal 2007 al 2010, irregolarità che vanno dai ritardati versamenti al comune a una rendicontazione inferiore agli incassi percepiti. Ed è curioso pure in questo caso che, con tali referenze, sia riuscita ad aggiudicarsi a giugno scorso la gara per la riscossione dei tributi locali di Manduria, altro comune della regione, dove ha già cominciato ad avere problemi.

È di poche settimane fa l’inizio di un macabro braccio di ferro con le agenzie funebri del comune, a cui è stato imposto di presentare le richieste di affissione degli annunci mortuari entro determinati orari, oltre i quali scattano multe salate. Che sono già partite, seguite naturalmente dalle iniziative legali dei tartassati.

SOGEFIL
Per la cosentina Sogefil l’accusa è di avere fatto la cresta sui tributi, non riversando tutto il dovuto nelle casse del Comune di Lago (Cosenza). Per questo 7 suoi amministratori (tra cui l’ex presidente del Cosenza calcio, Mauro Nucaro) sono stati rinviati a giudizio per peculato. La società è incappata in una storia analoga al Comune di Cariati, distante poco più di 100 chilometri, dove mancherebbe all’appello una cifra al momento impossibile da quantificare. «La Sogefil» racconta il sindaco Filippo Sero, che ha rescisso il contratto a marzo, «non ha fornito il rendiconto relativo alla gestione del servizio tributi nel 2010-2011. Da qui l’indecifrabilità della situazione».

GEMA
Due milioni di buco a Capoterra, in provincia di Cagliari, altri 25 mila euro a Iglesias, mancati riversamenti pure a Sorso, vicino Sassari. La Gema srl di Foggia, oggi sospesa dall’albo in seguito alle accuse di peculato contro amministratore delegato e presidente, non ha fatto danni solo in Puglia, dove ha lasciato una voragine da 21 milioni, ma anche in Sardegna. Il mese scorso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti di Cagliari ha confermato il sequestro di 2,3 milioni di euro in beni immobili e diritti di credito.

DUOMO GPA
A Fano, nelle Marche, sono in molti ad avere il dente avvelenato con la milanese Duomo Gpa. Due anni fa la società di riscossione ha riconteggiato gli oneri di urbanizzazione sostenendo che i calcoli dell’ufficio tributi comunale fossero errati. Numerosi i contribuenti che si sono visti recapitare da parte della società, una delle più forti sul mercato, una cartella esattoriale in cui veniva chiesta la differenza. «Oltre ai 9 milioni di lire che avevo già pagato» spiega uno dei destinatari, Alberto Caverni, «mi hanno chiesto altri 5 mila euro. Dopo avere chiesto invano qualche chiarimento, ho preso la calcolatrice e mi sono accorto che in effetti l’ufficio tributi si era sbagliato. Dovevo al comune quasi 2 mila euro e ho proposto di versare questa cifra. La società ha rifiutato e ho fatto ricorso al tar. Il giorno dopo mi hanno chiamato per dirmi che anche quelli andavano bene, purché ritirassi il procedimento».

ROMEO
È ferma da tempo, ma cerca di tornare in pista, la napoletana Romeo Gestioni, che nel 2007 si aggiudicò, insieme con Montepaschi, accertamento e riscossione delle multe nel capoluogo campano. Due anni dopo, le accuse di corruzione a carico del titolare nell’inchiesta Global service (tangenti per la manutenzione delle strade) convinsero il comune a revocare l’affidamento. Da qui il ricorso al tar, che però ha gelato le speranze di Romeo: è di maggio la sentenza che giudica fondati i motivi per cui la società è stata ritenuta inaffidabile. Romeo, comunque, non demorde. Secondo indiscrezioni, si sarebbe presentato come potenziale partner tecnico dell’Anci per il nuovo servizio di riscossione da offrire ai comuni.

Resta il fatto che molte amministrazioni hanno bisogno di rivolgersi all’esterno per aumentare le entrate con la lotta all’evasione. Ed è questo argomento il cavallo di battaglia della coop a sfondo religioso Fraternità sistemi di Ospitaletto (Brescia), certosina nella ricerca di contribuenti morosi, che serve 115 comuni nel Nord-Est e prende un aggio fra il 24 e il 28 per cento sull’accertato. «Mi rendo conto che non è poco» dice il presidente della onlus, Nazzareno Marchese, «ma grazie al nostro lavoro i comuni arrivano anche a triplicare gli incassi provenienti dai tributi».

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