Calcio
June 15 2021
Il sospiro di sollievo che ha attraversato il mondo del calcio per il ritorno alla vita di Christian Eriksen, dopo l'arresto cardiaco subito al Parken di Copenaghen nel corso della sfida tra Danimarca e Finlandia, è solo il primo passo verso la fine dell'incubo del fantasista danese. La priorità resta la sua salute, il recupero della piena funzionalità nella vita di tutti i giorni in condizioni che gli garantiscano il più possibile una normalità senza rischi. Ma sullo sfondo c'è anche il tema della sua carriera da calciatore professionista, un futuro ad oggi difficile da immaginare anche se nulla si può escludere fino a quando gli esami non avranno chiarito l'origine del malore che lo ha portato a un passo dalla morte.
La nazionale danese e l'Inter, il club per il quale è sotto contratto fino al 30 giugno 2024, hanno già fatto sapere di essere pronte ad aspettarlo, accompagnandolo in tutto il percorso di recupero. La speranza è rivederlo su un campo di calcio come accaduto ad altri prima di lui. Esiste, però, anche lo scenario opposto e non sarebbe un caso isolato perché molti degli atleti che sono sopravvissuti a problemi cardiaci nel corso della loro carriera hanno poi dovuto alzare bandiera bianca rinunciando a proseguire.
Cosa accadrebbe in caso di addio forzato al calcio di Eriksen? Quale sarebbe la sorte del suo stipendio da 7,5 milioni netti che l'Inter si è impegnata a garantirgli per le prossime tre stagioni? Al netto dell'augurio di non dover concretamente affrontare questo scenario - augurio che il club nerazzurro si fa per primo -, le tracce della risposta sono nelle pagine dell'accordo collettivo che norma l'attività dei calciatori professionisti nelle squadre della Serie A.
Se un giocatore si vede negare o revocare l'idoneità alla pratica sportiva, che è rilasciata dalle strutture pubbliche e dal Coni e non dipende dal club, una società ha il diritto di chiedere la risoluzione del contratto di prestazione sportiva. Senza idoneità, infatti, un calciatore non può scendere in campo e nemmeno allenarsi. Nel caso, invece, in cui a essere certificata fosse l'inabilità (che equivale all'impossibilità causa infortunio o malattia di partecipare ad allenamenti di gruppo o partite potendosi limitare solo a lavoro di recupero), la facoltà di chiedere la risoluzione scatterebbe dopo il sesto mese di assenza.
Norme che tutelano l'Inter, nell'eventualità non auspicabile che Eriksen non possa più tornare ad essere un calciatore. L'orientamento è quello di supportare il danese nel suo percorso riabilitativo e di diagnosi corretta delle cause del malore. Ad oggi lo scenario peggiore non viene nemmeno preso in considerazione. Eriksen spera di tornare in campo e l'Inter spera con lui. Un eventuale stop definitivo costringerebbe anche all'azzeramento in bilancio del valore del suo cartellino che al momento è di circa 18 milioni di euro.