Lifestyle
November 20 2024
"Se poi chi prese i baci non saprà prendere anche il resto, sarà degno di perdere anche quello che gli è stato concesso. Che mancava, dopo i baci, per empire tutti i tuoi voti? Ahimè, questa è imbecillità, non pudore!". Così scriveva Ovidio, poeta che concepiva l’amore e l’eros come un gioco elegante e delizioso, ironico e non volgare.
Seguendo la stessa concezione di erotismo, a maggio è nato a Milano, nel cuore di Porta Venezia, il primo Erotic Restaurant Art Gallery d’Europa.
Claudia Mangano e Stefano Vaccaro, due giovani imprenditori, con già alle spalle un ricco bagaglio d’esperienza nel settore della ristorazione, hanno voluto dar vita a un ristorante in cui convivessero arte ed eros, con una meticolosa attenzione a ogni dettaglio.
“Il tema erotico è il tema trasversale per eccellenza, perché non ha età, non ha generi” ci racconta Claudia Mangano: “l’idea – e la sfida più grande - è stata quella di realizzare un luogo che potesse ospitare questo soggetto nei suoi accenti più eleganti, senza sfociare nella volgarità.”
Si è quindi partiti da un design raffinato, prendendo spunto dalle influenze parigine, dai suoi localini più lussuosi, decorando tutto con velluti rossi, ottone e boiserie.
“Le opere d’arte sono di diverso tipo – continua Claudia - abbiamo voluto accogliere più artisti, ognuno con i rispettivi concetti di erotismo. C’è chi si esprime in maniera più esplicita e chi associa l’eros a qualcosa di più poetico e meno allusivo, come la semplice grazia dei corpi o un bacio”.
E visto che non esiste eros senza appetito, non poteva mancare un menù estremamente ricercato, per soddisfare i palati più esigenti. Il nome dei piatti è scherzoso, perché quello che si vuole offrire è sempre un’esperienza goliardica: ironia che sappia anche appagare il palato.
La clientela è varia, si possono trovare coppie già rodate, gruppi di amici, persone ai primi appuntamenti, a cui, per rompere un po' il ghiaccio - nel caso ce ne fosse bisogno - vengono assegnate delle carte da gioco con domande più o meno piccanti. Il tema piace e tutti lo apprezzano nella maniera giusta, chi come una semplice esperienza scherzosa, chi per un rendez-vous nuovo e più intimo con il proprio partner, assistendo a spettacoli di burlesque e soft bondage.
Per finire, ma senza spoilerare troppo, una secret room al piano inferiore, uno showroom con spiccati riflessi erotici, con un’esposizione di oggetti e feticci del mondo bondage, per chi li volesse conoscere.
Secret room, perché non è accessibile a tutti. Per potere entrare, è necessario risolvere un enigma e trovare la giusta combinazione che si aprirà grazie a una chiave che viene consegnata all’ingresso.
Tra piatti erotici (ed esotici) dipinti ad hoc, signorili carte da parati, mezzi busti dorati e opere d’arte, sorseggiando un Dominatrix (cocktail a base di gin e bergamotto), immersi in sfumature di rosso e nero, ognuno può scegliere come giocare con quest’esperienza, con una sola raccomandazione: non dimenticarsi mai, come decantava il poeta premio Nobel Octavio Paz, che “in ogni incontro erotico c'è un personaggio invisibile e sempre attivo: l'immaginazione.”