Economia
December 18 2013
Nuove tutele per altre 17mila persone. Sono i lavoratori che il governo Letta ha deciso di salvaguardare con un emendamento alla Legge di Stabilità , con cui viene riaperto il capitolo degli esodati. Si tratta di quei dipendenti che hanno firmato un accordo con la propria azienda per mettersi in mobilità in vista della pensione e che, alla fine del 2011, sono rimasti beffati dall'ultima riforma previdenziale ideata dall'ex-ministro del welfare, Elsa Fornero (che ha innalzato di colpo l'età di pensionamento).
GLI ESODATI E IL GOVERNO LETTA
Ora, l'esecutivo ha stanziato 950 milioni di euro che consentiranno a 17mila lavoratori di mettersi a riposo con le vecchie regole. “Questo provvedimento non risolve tutti i problemi”, ha detto il vice-ministro dell'Economia, Stefano Fassina, ben consapevole che la platea degli esodati è assai più ampia e annovera tra le proprie fila almeno 330-350mila lavoratori, almeno secondo le stime più diffuse e mai smentite. Di questi, soltanto 160mila circa sono stati tutelati da diversi provvedimenti, prima per iniziativa del governo Monti e poi per volontà dell'attuale esecutivo.
Ecco, nel dettaglio, il riassunto delle salvaguardie.
-Un platea iniziale di 65mila esodati ha ricevuto le tutele nei primi mesi del 2012.
-Una seconda tranche di 55 mila lavoratori si è aggiunta nel corso dei mesi successivi, grazie ai proventi della spending review (il piano di revisione delle spese dello stato).
-Infine, prima di uscire di scena, il governo Monti ha salvaguardato altre 10.135 persone.
-Nel corso del 2013, sono poi arrivati diversi interventi del governo Letta che ha ampliato di 30mila unità il numero di lavoratori tutelati.
Conti alla mano, il numero di esodati che potranno mettersi a riposo con le vecchie regole resta appunto inchiodato attorno alle 160 mila unità: una cifra ben lontana dagli obiettivi programmatici di Letta,che aveva promesso di risolvere la questione in maniera quasi definitiva. Senza dimenticare, poi, che persino chi ha già ricevuto le salvaguardie ha comunque non poche rimostranze da fare.
GLI ESODATI ANTE-2010 CHE ASPETTANO I SOLDI
E' il caso degli esodati ante-2010, cioè una particolare categoria di lavoratori (circa 5-10mila in tutto, tra cui parecchi ex-bancari), che hanno firmato un accordo per mettersi in mobilità più di tre anni or sono. Per molti di loro, che sono già senza stipendio e senza assegno dell'Inps, il governo deve erogare un sussidio temporaneo per accompagnarli alla pensione da qui al 2014 (cioè quando matureranno il diritto a mettersi a riposo con le vecchie regole) . Dopo una lunghissima attesa, l'esecutivo ha finalmente approvato (e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) il decreto ministeriale che stanzia i soldi per le indennità agli esodati ante-2010.
Questo provvedimento, però, contiene una beffa non da poco. Il sussidio verrà infatti liquidato soltanto per le mensilità che arrivano fino al 31 dicembre di quest'anno. Il che, crea non pochi problemi a diversi lavoratori, che potranno invece andare in pensione soltanto nel 2014. Ecco un esempio concreto: se un esodato ante-2010 è rimasto senza reddito già nel luglio di quest'anno e potrà andare in pensione alla metà del prossimo, per adesso riceverà soltanto 6 mensilità di sussidio (che, per giunta, arrivano con molto ritardo). Poi, per incassare gli assegni del 2014 (ormai alle porte), lo stesso lavoratore dovrà attendere la firma di un altro decreto, che stanzierà altre somme di denaro. Senza questo stanziamento, i sussidi del 2014 non verranno liquidati. Considerando che il provvedimento del 2013 è arrivato soltanto adesso (mentre era previsto in primavera), molti esodati ante-2010 devono prepararsi a rimanere per un po' senza reddito anche nei prossimi mesi .