febbre estate
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Salute

L’estate della febbre

Per molti virus e batteri non esistono più le stagioni. Tra Covid tornato prepotentemente in auge, virus gastrointestinali, West-Nile, streptococco, quella del 2023 è stata l’estate della febbre.

Spesso molto alta, fastidiosa, duratura: ci siamo passati (quasi) tutti, o comunque i nostri familiari, amici, conoscenti o vicini di ombrellone.

Anche gli ambulatori dei medici di base e -in maniera per fortuna minore- i Pronto Soccorso degli ospedali sono stati presi d’assalto: ma se si è spesso trattato di febbre estiva dovuta al caldo eccessivo sperimentato durante i mesi appena trascorsi, è vero che molti virus non ci hanno dato letteralmente tregua.

E a parte quelli più o meno benevoli e benigni, guaribili con pochi giorni di riposo e antipiretici, ce n’è stato uno che ha tenuto gli infettivologi con il fiato sospeso: parliamo del virus responsabile della febbre West-Nile, portato dalle zanzare, che ha causato 10 morti e al momento 201 casi di infezione conclamata: anche se si pensa che i casi reali, sottotraccia, siano molti di più. Più della metà dei malati ha sperimentato la forma neuro-invasiva della malattia, con sintomi neurologici.

Dai giorni immediatamente dopo ferragosto, inoltre, in Lombardia sono stati riscontrati quasi 40 casi di febbre Dengue (la cosiddetta febbre rompi-ossa), non di importazione e quindi non correlati a Paesi dove l’infezione è endemica. Secondo i virologi, ci sono ottime possibilità che i casi reali siano molti di più, e che l’infezione si propagherà nelle prossime settimane.

Se quindi avete avuto o state sperimentando febbre alta e insistente, e sintomi fastidiosi o pesanti e persistenti come mal di testa o di ossa, potrebbe anche essere uno di questi virus, non riconosciuto e pertanto non trattato a dovere.

Ma cosa sta succedendo, alle nostre estati costellate di virus, batteri e vacanze giocoforza rovinate? “Di sicuro, una grande responsabilità della comparsa o recrudescenza di questi virus è da attribuire al cambiamento climatico” spiega il professor Roberto Cauda, direttore UOC Malattie infettive, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e componente dello Scientific Advisory Group dell’Ema “Il caldo così prolungato e l’umidità spesso a livelli altissimi non fa altro che favorire l’habitat di zanzare come la cosiddetta “Tigre”, responsabile della Dengue e “Culex”, portatrice della West-Nile. Non è un caso, infatti, che la stragrande maggioranza di casi si siano verificati nella zona della pianura padana”.

E poi ci sono le nuove sottovarianti di Omicron, Pirola e Eris: la prima, che sta tenendo banco in Israele e negli USA, dà una forma poco grave, non si propaga ai polmoni ma è molto molto contagiosa, e sembrerebbe dare anche sintomi di natura gastrointestinale. La seconda, già predominante in Italia, potrebbe dare anche interessamento polmonare: “Considerando che ormai nessuno va più a fare il tampone in farmacia o negli ospedali” prosegue il professor Cauda “ma si esegue il fai da te a casa oppure non ci si testa nemmeno più, si può immaginare che molti casi di febbre in circolazione in queste ultime settimane siano dovuti alle nuove varianti Covid, che in questo modo passano abbastanza sottotraccia. Probabilmente i numeri così alti di febbre e disturbi vari erano già dovuti al “rumore di fondo” della variante Eris”.

Senza quindi andare a scomodare virus particolarmente esotici -e per fortuna ancora dalla diffusione limitata- c’è stato davvero poco da stare allegri, negli scorsi mesi: le febbri anche molto alte dovute a gastroenteriti virali e varianti del Covid hanno letteralmente spadroneggiato, e dall’osservatorio privilegiato degli studi di medicina generale arrivano conferme: “Ci sono stati e ci sono tuttora tantissimi casi di febbre e disturbi gastrointestinali” spiega Diego Pavesio, medico di famiglia a Moncalieri “Molti sono dovuti alle varianti Covid, che sono da settimane in crescita, ma c’è una grande circolazione anche di virus di tipo diverso. Noi medici ce lo spieghiamo anche con il fatto che per circa 3 anni -dopo l’esordio del coronavirus- mascherine, precauzioni e distanziamento non hanno permesso al nostro organismo di entrare a contatto con molti virus. Il nostro sistema immunitario è una macchina quasi perfetta, ma ha le sue regole: si attiva, e crea anticorpi, solo quando veniamo esposti ai patogeni. Se ciò non avviene, prima o poi ci troviamo sguarniti davanti a questi fastidiosi malanni”.

Per fortuna, niente di particolarmente grave. Se è vero che la Dengue diventa pericolosissima durante la seconda infezione, quando diventa emorragica (e quindi chi l’ha già contratta deve porre la massima attenzione a non riammalarsi) e che West Nile ha già causato una decina di morti, per gli altri virus basta un po’ di riposo e blandi medicinali antipiretici.

Ma ora che arriva l’autunno? “Ci aspettiamo piccole onde -non le chiamerei nemmeno ondate- di Covid” continua Cauda “perché sia la variante Pirola che la Eris si stanno dimostrando abbastanza contagiose. Ma eviterei di generare qualsivoglia tipo di allarmismo: la stragrande maggioranza della popolazione italiana è vaccinata con più dosi e ha anche già superato l’infezione. Magari ci ammaleremo di nuovo a causa di queste varianti, ma senza conseguenze. I fragili e gli anziani, invece, è bene che facciano appena possibile sia la profilassi contro il Covid che quella antinfluenzale, per andare incontro all’inverno con maggiore serenità”.

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