Lifestyle
September 12 2015
A distanza di tre anni dall'uscita, per i tipi di BeccoGiallo, fa piacere rivedere Etenesh, l'odissea di una migrante, ora in un nuova edizione a colori (e il colore nel fumetto, si sa, è una rinascita). Quando il graphic novel fu pubblicato le migrazioni non erano la prima notizia dei TG, ma il mondo, come vuole una frase che si sente dire spesso in questi giorni, stava già cambiando.
Uno dei pregi del fumetto di Paolo Castaldi, ora arricchito dal colore (di Giuseppe Morici), è quello di raccontare per immagini l'odissea di una donna etiope, dal momento in cui è costretta a lasciare la sua casa ad Addis Abeba fino allo sbarco sulle nostre coste (non sempre accoglienti). Due anni di inferno in cui Etenesh percorre il Sudan (in guerra), il deserto del Sahara, finisce nelle mani dei trafficanti di uomini e in un carcere in Libia, attraversa il Mediterraneo in gommone, pensando che da un momento all'altro una mareggiata o la ferocia di un soldato potrebbero mettere la parola fine al suo viaggio della speranza.
"Tavola dopo tavola - scrive Moni Ovadia nella prefazione al libro - ci troviamo confrontati con uno dei grandi drammi del nostro tempo. Attraverso un segno grafico intenso e inventivo vediamo trascorrere nei volti dei personaggi la paura, il dolore, lo spaesamento, l’offesa della violenza, delle torture, degli stupri, le lacrime dei pianti non risarciti dal conforto. La storia di Etenesh, in queste tavole, si fa affresco dell’infamia del nostro mondo che sacrifica all’egoismo dei nostri privilegi le vite di nostri simili che hanno l’unica colpa di essere nati dove sono nati. Questo fumetto sa fondere la crudezza di un reportage con la commozione di una piccola grande storia".
Etenesh non è una fiction, anche se ha la forza del romanzo: esiste davvero e l'autore ha raccolto il suo racconto. Chi vuole può leggervi in controluce tutta la storia delle leggi italiane anti-immigrazione. Il libro, come spesso accade per i libri pubblicati da BeccoGiallo si colloca nel crinale tra l'operazione artistica e la testimonianza. E il colore gli dà nuova forza, col sangue che in tutto il suo rosso sgorgare rende, se possibile, ancora più cruda la realtà.
Il tratto di Castaldi è moderno, riflessivo e con un debito comprensibile verso i primitivisti degli inizi del 900: si intravede la mano di un artista, prima ancora che quella di un cronista (e questo nel fumetto è quasi sempre un bene).
Completano il graphic novel, un testo di Nicola Grigion, direttore di Melting Pot Europa e un'intervista di Paolo Castaldi a Dagmawi Yimer. Il libro non poteva che chiudersi con una citazione della protagonista, Etenesh: "Avevo paura di tutto. Mi spaventavo per ogni rumore, per ogni movimento. Solo dopo qualche settimana, in Italia, ho iniziato a essere più serena".