ETF e giovani: La rivoluzione degli investimenti in Italia

I giovani trainano il mercato degli ETF. Ebbene sì, nonostante gli under 35 italiani abbiano i redditi e il valore patrimoniale più bassi dal 2006 (-8% in 15 anni), sono i più propensi al risparmio con un obiettivo chiaro: pensare da subito al proprio futuro. Gli ETF rappresentano il 74% nel mix di investimenti fatti dagli under 34, contro il 59% degli over 55 (analisi di Scalable Capital, piattaforma di investimento digitale con oltre un milione di clienti, leader in Europa, nata nel 2014 con l’obiettivo di democratizzare l’accesso alla finanza). Se il 5,1% degli italiani investe in ETF si sale al 14,9% nella fascia di età 25-34 anni.

In Europa il patrimonio gestito con ETF è cresciuto del 16% e ha raggiunto circa 1,7 triliardi di euro, 105,7 miliardi in Italia (+2%). E gli italiani, sia giovani sia maturi, fanno un ampio uso di questi strumenti. Sono la parte più cospicua dei portafogli di investimenti, sempre più differenziati. Per la fascia di età 18/34 anni al primo posto ci sono gli ETF (74%), poi le singole azioni (23%) e altri prodotti (3%). Per gli over 55 le preferenze sono uguali, ma con percentuali diverse: ETF (59%), singole azioni (36%) e altri prodotti (5%). “Le scelte, anche se tra due generazioni così lontane nel tempo e nella capacità di investimento, non sono molto differenti a conferma di una grande consapevolezza da parte dei giovani. La priorità per entrambi i cluster è la conservazione del capitale al fine di tutelarsi dall’inflazione. I più giovani hanno poi ovviamente una prospettiva fisiologica di più lungo periodo in cui far crescere il patrimonio”, spiega Alessandro Saldutti, Country Manager di Scalable Capital Italia.

La prima differenza tra le due generazioni è che sicuramente gli under 34 sono arrivati molto prima dei loro predecessori alla scelta di investire e soprattutto lo fanno in autonomia e anche con somme di piccole dimensioni (una volta non concepibili per attività finanziarie). I canali preferenziali sono quelli digitali, rispetto all’affidarsi a consulenti finanziari come hanno fatto e fanno gli over 55 che considerano spesso le piattaforme digitali come un mezzo parallelo a quello più tradizionale. Guardando alle scelte il gap tra le due generazioni si assottiglia: tra i 10 ETF più richiesti, cinque sono comuni a entrambi i cluster. L’intelligenza artificiale in primis. La GenZ è però più lontana dal settore materie prime (come l’oro) e ha una grande attenzione alla sostenibilità. Per loro gli ETF tematici più popolari sono i fondi dei settori dell’energia pulita e del cambiamento climatico. Scalable Capital stima che il 30% dei propri clienti giovani infatti sceglie di investire in ETF ESG, nell’ottica di sostenere aziende e progetti orientati alla sostenibilità: E nel 2023 i fondi sostenibili hanno registrato un rendimento medio del 12,6% rispetto all’ 8,6% dei fondi tradizionali.

Gli investitori tra i 25 e i 34 anni sono in testa nella classifica dei risparmi: il rapporto dei piani di accumulo tra le diverse fasce di età è del 42% per i giovani sotto i 35 anni e del solo 32% per gli over 55. I più giovani (18-24 anni) hanno aumentato la propria quota di risparmio di 4,5 volte negli ultimi due anni. E a trainare gli ETF sono dunque gli under 34. Se il 5,1% degli italiani investe così, si sale al 14,9% nella fascia di età 25-34 anni. E in Germania (per guardare a altri Paesi europei) ai arriva al 42%.

Più giovani che risparmiano e investono dunque. Moda? “Fino a poco tempo fa, gli investimenti erano una questione che riguardava le classi più agiate. L’accesso a questo tipo di attività richiedeva infatti una significativa disponibilità economica e un alto livello di alfabetizzazione finanziaria, necessario per limitare i numerosi pregiudizi sul funzionamento dei mercati e sui loro rischi”, spiega Saldutti. Ma la tecnologia e la preoccupazione per il futuro hanno accelerato un processo di democratizzazione dell’investimento. Rischi? Sembra che i giovani siano più attenti. “L’adozione di una visione a lungo termine con i piani di investimento e la diversificazione dei portafogli attraverso l’investimento in ETF sono due segnali del fatto che i giovani investono a mente fredda e che il loro profilo è ben lontano da quello degli appassionati di gioco d’azzardo online. Questo dimostra come gli investitori che si considerano inesperti siano anche meno propensi ad assumersi rischi”, conclude il Country Manager di Scalable Capital Italia.

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