Economia
July 20 2022
Al via un razionamento di gas nell’Unione europea per fronteggiare un eventuale stop delle forniture da parte della Russia. Misura che fa parte del piano d’emergenza sul gas presentato oggi dal presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen: "Non iniziamo da zero, ma dobbiamo fare di più. Dobbiamo prepararci ad una interruzione integrale del gas russo. E’ uno scenario probabile, che andrebbe ad avere un impatto su tutta l'Unione". E aggiunge il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, come “l'Europa deve fare tutto il possibile per prevenire lo scenario peggiore: i consumatori europei messi davanti a improvvisi tagli di gas o ad aumenti incontrollati dei prezzi dell'energia. Senza tabù né costrizioni, ma con senso di responsabilità, per gestire la crisi e per preparare il nostro futuro comune". Decisione, che segue le previsioni di primavera, presentate settimana scorsa dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, che aveva spiegato come l’Ue rischierebbe la recessione se si dovesse verificare uno stop alle importazioni del gas russo, in assenza di fonti energetiche sostitutive nel breve termine.
Il piano che dunque ha proposto la Commissione Ue si basa su tre pilastri:
Per quanto riguarda quest'ultimo punto von der Leyen ha spiegato come la proposta della Commissione Ue vede una riduzione della domanda del 15% da parte dei Paesi dell’Ue, tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023. La nuova proposta, continua il Presidente della Commissione, è volontaria. Spetta infatti ai singoli Stati membri, che hanno mix energetici molto diversi tra loro, decidere come andare avanti sul fronte energetico e come risparmiare gas. “Per dare l'esempio, gli Stati membri potrebbero imporre una riduzione mirata del riscaldamento e del raffreddamento negli edifici gestiti dalle autorità pubbliche", sottolinea von der Leyen. Resta il fatto che la Commissione chiederà anche agli Stati il potere di attivare un'allerta Ue sugli approvvigionamento di gas se "almeno tre Paesi Ue" lo chiederanno.
Altro punto del piano d’emergenza del gas riguarda la reintroduzione nei mix energetici nazionali, anche se in via temporanea, del carbone e del diesel per ridurre la domanda di gas russo. Questo, si precisa nel piano, non dovrebbe mettere a rischio gli impegni a lungo termine per l'eliminazione graduale del carbone assunti dagli Stati membri.
Price cap Ue: si oppure no?
La questione del tetto al prezzo del gas in Ue è da sempre stata una questione molto delicata e sui cui non si è mai raggiunto un accordo tra i vari Stati membri. Gentiloni, settimana scorsa, aveva sottolineato come era un progetto su cui si stava lavorando e la von der Leyen ha ribadito che i lavori “sono in corso”. "Il Consiglio europeo ha incaricato la Commissione di studiare un tetto massimo di prezzo per il gas importato e quel lavoro è in corso. Stiamo esaminando diversi modelli e modi in cui un limite di prezzo potrebbe funzionare in una situazione di interruzione del gas o in situazioni di emergenza", si legge nella nota esplicativa della Commissione europea sul pacchetto per ridurre la domanda di gas”.
Sulla questione rimane critico Giancaludio Torlizzi, analista e fondatore di T-Commodity, che spiega come il “price gap sul prezzo del gas è un’azione positiva, sul fronte delle intenzioni, ma non può avere nessun tipo di applicazione pratica perché pensare di poter imporre a Mosca un prezzo limite del gas è veramente follia” L’unico price cap che si può considerare, dal lato anche pratico - continua Torlizzi- è quello che prevede l’intervento attivo dei vari governi nazionali. Questi dovrebbero essere applicati alla collettività. Questo avrebbe però ripercussioni sui conti pubblici. “Di price cap non si può parlare dunque se non come ne sta parlando adesso la commissione di razionare i consumi”, conclude Torlizzi.