Calcio
June 29 2024
Avanti tutta ma in piena emergenza, soprattutto in difesa. Forse il ct Luciano Spalletti sperava in una viglia diversa dell'ottavo di finale contro la Svizzera che rappresenta la sliding doors del nostro Europeo: se passiamo c'è il risultato minimo raggiunto, e da lì in poi si gioca scarichi di responsabilità o quasi, se perdiamo spazio a prevedibili processi anche al di là degli eventuali demeriti di una squadra che nella prima fase ha funzionato soltanto ad intermittenza. La sorte ha riservato a Spalletti un avvicinamento pieno di incognite, soprattutto in difesa.
Non ci sarà Dimarco, definitivamente fuori gioco dopo aver recuperato per amor di patria contro la Crozia. Bastoni è stato rimesso in piedi in extremis dopo attacco febbrile e Calafiori è squalificato. Sintesi: c'è la difesa da rifare e questo finisce con l'influire anche sulla scelta del vestito tattico da dare alla nazionale dopo aver scampato l'eliminazione nel girone tornando alla difesa a tre delle amichevoli in terra americana e del (fu) blocco Inter.
Ecco perché la sensazione è che alla fine Spalletti torni all'antico per sfidare la Svizzera. Difesa a quattro con Mancini centrale e Darmian sulla corsia di sinistra, e poi due linee da tre per cercare di valorizzare le caratteristiche di Chiesa come spalla di Scamarra (o Retegui, ballottaggio aperto) metre dall'altra parte potrebbe esserci la duttilità tattica di El Shaarawy. La novità grossa, però, dovrebbe essere in mezzo al campo con la gioventù di Fagioli preferita all'esperienza di Jorginho: senza girarci intorno, un rischio enorme che può pagare grandi dividendi oppure anche diventare tema di processo pubblico in caso di fallimento.
Spalletti, però, vuole giocarsi la partita con la Svizzera seguendo le sue idee. Un po' meno praticità e muscolarità e un po' più di ritorno alla bellezza evocata dopo il match inaugurale con l'Albania. Se avrà avuto ragione o meno lo dirà il prato verde dell'Olympiastadion che per noi italiani rappresenta una sorta di luogo sacro avendo celebrato il Mondiale lippiano del 2006.
La Svizzera è avversario solido e che ha lungo corso. Fatichiamo a considerarci non favoriti ma è più il retaggio del passato che la fotografia attuale del valore delle due nazionali. Una prestazione come quella degli elvetici contro la Germania gli azzurri non l'hanno fatta. Anzi, l'esame di spagnolo è stato sbagliato da cima a fondo ed è quello che ha trasformato le poche certezze della spedizione in grandi dubbi. Meglio essere prudenti, insomma, così da non peccare di superbia. Sarebbe un errore imperdonabile.