F-16 all’Ucraina, al via l’addestramento, ma in Europa
I piloti e il personale di supporto dell'aeronautica militare ucraina inizieranno l'addestramento sui velivoli F-16 il prossimo mese di agosto presso le basi militari in Danimarca e Romania, con personale proveniente da undici nazioni. Questa la decisione presa durante il vertice della Nato conclusosi ieri in Lituania. Particolarmente importante è il fatto che gli Stati Uniti non facciano parte di questo gruppo e che non abbiano ancora accettato di inviare tali velivoli in Ucraina, seppure il Pentagono abbia chiarito che non impediranno ad altre nazioni di inviare i loro “Viper” a Kiev.
Mossa che ovviamente nasconde un grande interesse, ovvero che la consegna di F-16 usati accelera la sostituzione degli stessi con gli F-35 che molte nazioni hanno già ordinato a Washington. Danimarca e Olanda hanno recentemente ritirato dal servizio le loro flotte ed è per questo che si trovano nella posizione migliore per guidare le operazioni di addestramento del personale ucraino. Non a caso il ministro della Difesa di Keiv Oleksii Reznikov, presente al vertice Nato, ha dichiarato ai giornalisti: “Dobbiamo difendere la nostra popolazione, le nostre infrastrutture, le nostre scuole e le nostre università.
Ecco perché per noi è molto importante che questa operazione prenda il via, sono particolarmente grato alla Danimarca e ai Paesi Bassi per la loro eccezionale leadership in questo processo". Al momento non è ancora stato definito il numero esatto di jet F-16 che saranno consegnati, ma alti ufficiali Nato hanno riferito alla stampa specializzata che il primo lotto comprenderebbe almeno 48 unità, ovvero quelle necessarie per poter garantire una copertura efficace e continua dello spazio aereo nazionale.
Reznikov si è anche detto fiducioso che i Viper possano fare la differenza nella guerra entro sei mesi da oggi, augurando nel contempo che il programma di armamenti possa estendersi anche ad altri tipi di velivoli, senza però specificare quali potrebbero essere. Ma non è un segreto che tra chi soffia per aprire la strada di una fornitura a lungo periodo siano gli stessi Stati Uniti, seguiti dalla Francia, che da sempre vuole espandere l’esportazione dei suoi Rafale.
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