Marina ed Aeronautica insieme sugli F-35 anche per merito di Guerini
Un F-35B dell'Aeronautica Militare è atterrato per la prima volta sulla nostra tuttoponte Cavour affiancando a bordo della nave un esemplare gemello, ma con le insegne della Marina Militare. Il fatto ha segnato il tanto atteso inizio delle attività congiunte tra le due forze che utilizzano lo stesso velivolo, che in gergo si chiama interoperabilità e che è stata sperimentata appieno durante l'esercitazione tenutasi nel Mediterraneo centrale il 21 novembre. Questa ha visto anche la partecipazione di due unità inglesi provenienti dalla Queen Elizabeth: dopo il decollo i due Stovl (sigla che significa aeroplano a decollo corto e atterraggio verticale), hanno volato insieme dal Cavour fino all'unità inglese, anch'essa attualmente nel Mediterraneo, mentre altri due F-35B delle forze britanniche attualmente basati sulla nave intitolata a Sua Maestà hanno volato fino sulla Cavour compiendo anche esercitazioni simulate di combattimento aereo.
A dimostrazione dell'importanza dell'evento erano presenti il capo di Stato Maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, accompagnato dal suo subalterno della Marina, l'ammiraglio di Squadra Enrico Credendino e dal capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, il Generale di squadra aerea Luca Goretti. Raccontata così potrebbe sembrare una kermesse militare, ma in realtà è la prima volta che questo accade e soprattutto che le nostre Forze Armate, direttamente con un comunicato stampa dello Stato maggiore della Difesa, diffondono la notizia con la dovuta importanza e non la tengono su un profilo eccessivamente basso. Merito anche della coerenza del ministro Lorenzo Guerini, che a differenza di chi lo ha preceduto non è uso nascondere i successi delle nostre forze armate.
L'esercitazione riguardava ufficialmente più F-35B delle due nazioni che dovevano volare insieme, ma la sorpresa è stata la vista dei due jet italiani, uno della Marina e uno dell'Aeronautica, in azione insieme dopo un lento avvio della cooperazione tra le due forze italiane non privo di polemiche. Oggi la Marina ha in forza tre dei suoi quindici F-35B previsti, due dei quali sono ancora impegnati nelle fasi di addestramento negli Stati Uniti, mentre un terzo è stato consegnato al Cavour lo scorso mese di luglio. L'Aeronautica sta prendendo in consegna sessanta F-35A, ma ha anche ricevuto il primo dei quindici esemplari della variante B che prevede di schierare in missioni che richiedono jet in grado di volare da piste corte. Domenica scorsa si è quindi ascoltato un discorso di vera cooperazione dalle parole del capo di Stato maggiore italiano, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha infatti dichiarato: "Le sinergie tra Marina e Aeronautica nell'uso dello F-35B dai ponti delle portaerei saranno eguagliate nell'utilizzo dalle basi terrestri, operando insieme in situazioni senza piste adatte ai velivoli convenzionali". L'alto ufficiale descrivendo quella di domenica come una giornata storica ha aggiunto: "Questa è una nuova stagione in cui stiamo per raggiungere la completa integrazione degli F-35B italiani, azioni che ci porteranno a raggiungere la totale interoperabilità nelle operazioni aeree e navali".
In una dichiarazione la Royal Air Force ha dichiarato: "Con questa attività stiamo voltando pagina, l'interoperabilità e il concetto di sinergia tra differenti forze armate sono concrete; l'Italia potrebbe avere un budget della Difesa per la creazione di una "Stovl Joint Force" basata sugli F-35B e destinata in futuro a evolvere". Sul piano pratico a noi italiani resta però da decidere dove potrebbe essere stabilita una base comune per questo tipo di aeromobili, poiché la Marina è finora stata ferma nella decisione di schierarsi sulla sua base a Grottaglie (vicino a Taranto), dove era basata la vecchia flotta di Harrier, l'Aeronautica invece ha già una base per gli F-35A e B nella vicina Amendola (Foggia), a soli 185km dall'altra in linea d'aria e non ha certo nascosto l'idea che abbia senso raggruppare lì tutti gli F-35 italiani.
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