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February 02 2018
Sei mesi di tempo per riscrivere le regole della Federcalcio e aiutare tutto il pallone italiano, uscito a pezzi dall'umiliante eliminazione mondiale e senza un governo, a rimettersi in piedi. Il presidente del Coni ha scelto i commissari straordinari: Roberto Fabbricini, già segretario generale del Coni e dirigente di lungo corso, Alessandro Costacurta e Angelo Clarizia. Hanno davanti un lavoro notevole, dalla scelta del ct ai nuovi statuti con sullo sfondo la partita dei diritti tv della Serie A, il motore economico del nostro calcio.
Sono passati 80 giorni dalla notte di Italia-Svezia e le lancette del tempo sono tornate lì. Malagò voleva da subito il commissariamento ma ha dovuto attendere che la Figc andasse alla conta scoprendosi incapace di mettere insieme un governo e scegliere un presidente. Adesso non c'è più tempo da perdere. Nell'agenda dei commissari (Malagò avrà la guida della Lega di Serie A non appena tornato dalle Olimpiadi coreane) ci sono una serie di priorità che attendono soluzione.
La scelta di Fabbricini è quella di massima garanzia una volta constatato che Malagò non avrebbe potuto presenziare in Italia per tre settimane causa gli impegni olimpici. Insieme a lui ci sono Costacurta, che rappresenta il mondo del pallone e che dovrà dare gli indirizzi in materia tecnica, e Clarizia. Quest'ultimo, insieme a uno staff di prim'ordine, ha il compito più duro e oscuro ovvero riscrivere le regole di funzionamento della Figc in modo che non si possa mai più riproporre lo scenario odierno.
In linea temporale l'urgenza è la scelta del nuovo commissario tecnico. In marzo Di Biagio sarà traghettatore nelle amichevoli contro Inghilterra e Argentina con il compito di far ripartire il nuovo ciclo. Ilbudget per il ct è importante (10 milioni lordi a stagione) e l'idea è di coinvolgerlo con un piano quadriennale che porti al Mondiale in Qatar del 2022 con in mezzo l'appuntamento dell'Europeo itinerante sul quale l'Italia ha investito anche in termini economici.
Costacurta ha detto che sarà uno dei nomi fatti: Mancini favorito, Conte il sogno, Ancelotti e Ranieri sullo sfondo. Poi ci sarà da costruire il Club Italia dandogli una struttura manageriale e la Figc commissariata dovrà mettere mano a regole che aiutino i settori giovanili a vivere e sfornare calciatori utili non solo per fare plusvalenze sul mercato ma anche come risorse tecniche per le nostre squadre.
La riforma dei campionati passerà da un taglio dei club professionistici (oggi sono 99 tra Serie A, B e C con continui fallimenti anche in piazze storiche) mentre la riforma dello Statuto dovrà cambiare i pesi politici dentro la federazione dando più spazio a chi è il motore vero dal punto di vista economico. Oggi la Lega Serie A conta troppo poco ed è ostaggio di logiche che la vedono costretta a recitare un ruolo di secondo piano.
Malagò metterà mano, invece, nel governo del calcio d'eccellenza sempre ammesso che oggi la Serie A lo sia. La partita centrale è quella dei diritti tv per il triennio 2018-2021 e si gioca nelle prime ore del commissariamento; una questione da un miliardo di euro a stagione da cui dipende la sopravvivenza del calcio italiano. Lo scenario è confuso e i club appaiono spaccati in due fronti.
Metterli insieme e fare sintesi è il primo e più importante compito. Anche qui bisogna portare a compimento la riforma delle regole in modo che la Lega, sul modello di tanti altri campionati europei, possa essere in mano a manager veri e non solo ostaggio dei voleri di un'assemblea in cui convivono le esigenze di società che fatturano centinaia di milioni di euro con quelle delle provinciali che ragionano in termini differenti.
La tentazione della scissione è forte e Malagò cercherà di evitare che si arrivi al passo finale. La Lega è in realtà commissariata da mesi e con Tavecchio, ora fuori dai giochi, ha fatto qualche passo avanti. Che se ne occupi il numero uno dello sport italiano dovrebbe essere garanzia di accelerazione nel processo di cambiamento.