Tecnologia
April 11 2018
Dopo il discorso al Senato Mark Zuckerberg è tornato a parlare a Capitol Hill, questa volta di fronte alla Commissione Energia e Commercio della Camera dei rappresentanti di Washington.
I deputati hanno avuto quattro minuti a testa per interrogare il CEO di Facebook sulle questioni riguardanti la privacy, la gestione dei dati, le condizioni d'uso e le misure adottate per trovare finti account.
La prima domanda è spettata al deputato dell'Oregon Greg Walden, che ha chiesto semplicemente: che cosa è Facebook? Zuckerberg ha risposto: "Facebook è una compagnia tecnologica, tuttavia ha sicuramente delle responsabilità sui contenuti che compaiono sulle sue piattaforme".
Un deputato ha chiesto: come siete venuti a sapere delle informazioni a disposizione di Cambridge Analytica? "Lo abbiamo scoperto dalla stampa. Noi non abbiamo infranto le leggi, abbiamo sempre raccolto dati solo con il consenso degli utenti". Il CEO di Facebook ha rivelato che anche i suoi dati sono entrati in possesso di Cambridge Analytica.
Diversi membri della Camera hanno sottolineato la necessità di legiferare sulla protezione dei dati da parte di tutte le aziende che ne fanno uso. Zuckerberg ha tuttavia tenuto a sottolineare ancora una volta la buona fede di Facebook: "Abbiamo avuto un processo di revisione per le app ogni anno, ma il nostro progresso non è stato tale da assicurare la sicurezza totale. Una cosa che abbiamo imparato è che gli sviluppatori non hanno una scienza esatta".
Tra gli argomenti più caldi quello dei troll russi, i fake account che hanno fatto breccia dentro Facebook e influito sul voto delle presidenziali americane del 2016. "Dopo il problema delle informazioni condivise con la Russia, stiamo affrontando il problema da varie angolazioni. Vogliamo utilizzare l'intelligenza artificiale per trovare gli account finti. Dalle elezioni del 2016 ci sono state molte altre elezioni nel mondo e noi abbiamo utilizzato le AI per cancellare e smantellare molti account falsi."
Facebook ha una posizione per quanto riguarda le condizoini d'uso, per far si che gli utenti le leggano prima di accettarle? La risposta di Zuckerberg: "È importante che gli utenti leggano le condizioni d'uso prima di accettarle. Le abbiamo scritte perché è quello che richiede la legge. Abbiamo usi e condizioni per gli utenti normali ed usi e condizioni per gli sviluppatori". Ma queste condizioni sono chiare? Zuckerberg risponde: "Credo che se qualcuno volesse conoscere nel dettaglio le nostre condizioni potrebbe farlo, tuttavia molte persone accettano senza leggerle. La responsabilità di Facebook non è solo scrivere queste condizioni d'uso, ma essere sicuri che gli utenti ne siano informati. Questo non cade sotto la categoria delle leggi da rispettare, questo significa informare gli utenti e renderli consapevoli dello strumento che stanno usando."
I deputati hanno chiesto a Zuckerberg rassicurazioni sul futuro del social network, soprattutto riguardo i provvedimenti che saranno presi per contrastare l'istigazione all'odio e l'utilizzo della rete sociale per organizzare attentati terroristici. "Vogliamo bandire tutte le associazioni che condividono e fomentano l'odio. Vogliamo modificare il nostro algoritmo per far si che le persone violente e vicine al terrorismo non possano più utilizzare Facebook". L'intervento del 33enne si riassume in un solo passaggio: "Dobbiamo proteggere i dati che usiamo, dobbiamo creare fiducia. Per verificare tutte le app ci vorranno mesi, ma non anni".
C'è la necessità di evitare che il sogno di Facebook diventi "un incubo per la privacy". È iniziato così il discorso del Senato americano a Mark Zuckerberg, il 33enne CEO intervenuto al Congresso per rendere conto dello scandalo di Cambridge Analytica e rispondere alle domande di 44 senatori democratici e repubblicani. Mercoledì 11 aprile alle 10 (ore 16 italiane) verrà invece ascoltato dalla commissione Energia e Commercio della Camera.
Come anticipato nelle scorse ore il numero uno di Facebook si è assunto tutta la responsabilità per ciò che è accaduto sul social network in occasione delle elezioni americane del 2016. "Non avevamo una visione abbastanza ampia della nostra responsabilità, questo è stato un grosso sbaglio. È stato un mio errore e mi dispiace. Io ho creato Facebook, io lo gestisco e io sono responsabile di ciò che accade".
Il senatore Bill Nelson fa la domanda più attesa: “Come mai nel 2015, quando avete capito che Cambridge Analytica era entrata in possesso dei dati di 87 milioni di utenti, non avete avvertito le persone coinvolte?". Zuckerberg ha risposto: "Abbiamo chiesto a Cambridge Analytica di cancellare quei dati e ci siamo fidati della risposta. È stato chiaramente un errore".
Il mea culpa è proseguito nel tentativo di mostrare la buona fede dell'azienda: "Per gran parte della nostra esistenza, ci siamo concentrati sul bene che si può portare connettendo le persone. Ma adesso è chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per impedire che questi strumenti venissero usati anche per fare danni. Questo discorso vale per fake news, per le interferenze straniere nelle elezioni, per i discorsi di incitamento all'odio e per la privacy". E ancora "Non è facile non commettere errori quando si costruisce un’azienda del genere in un garage nel 2004 e si arriva a due miliardi di utenti”.
A domanda precisa sui troll russi Zuckerberg non nasconde la sua delusione per l'influenza sul percorso democratico: "È stato uno degli errori che mi ha ferito maggiormente. Da quel momento stiamo monitorando le elezioni in tutto il mondo. Entro fine 2018 avremo 20 mila persone che sranno impiegate solo per la sicurezza. Abbiamo chiuso 470 account falsi legati alla Russia in Usa e oltre 200 in giro per il mondo".
Il futuro di Facebook passerà per una rivoluzione mirata al miglioramento dei servizi, al primo posto ci sarà naturalmente la privacy: “Ci vorrà del tempo ma andremo fino in fondo e ci assicureremo che non accada con altre app. Sappiamo che Cambridge Analytica potrebbe aver raggiunto 87 milioni di persone. Non dobbiamo solo costruire strumenti, ma anche assicurarci che vengano usati bene.”.
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Per Mark Zuckerberg è arrivato il giorno più importante, quello in cui comparirà di fronte al Congresso americano per riferire dello scandalo che ha sconvolto la sua creatura. Il CEO di Facebookdovrà spiegare cosa è successo conCambridge Analytica e come sia stato possibile che i dati di oltre 87 milioni di iscritti siano stati usati per influenzare il voto durante la campagna elettorale americana del 2016.
Zuckerberg è pronto a comparire davanti alle commissioni in seduta congiunta di Giustizia, Commercio, Scienze e Trasporti del Senato martedì 10 aprile alle 14.15 locali (ore 20.15 italiane). Il giorno dopo verrà invece ascoltato dalla commissione Energia e Commercio della Camera, mercoledì 11 aprile alle 10 (ore 16 italiane). In quanto CEO di Facebook verrà interrograto sulle scelte dell'azienda in merito alla privacy degli iscritti e sulle policy interne per gestire i dati degli utenti.
Entrambi gli interventi di Zuckerberg saranno trasmessi in diretta: il primo sul sito della Commissione Giustizia del Senato Usa e il secondo sul canale YouTube della Commissione Energia e Commercio della Camera.
Per affrontare la testimonianza al Congresso, Facebook ha assunto un'intera squadra di avvocati dello studio legale Wilmer Hale. Il team ha preparato Zuckerberg alle possibili domande che potrebbero essergli poste, a come reagire se interrotto, a come esporre i fatti senza inciampare in frasi pericolose da formulare. Il CEO è stato preparato a dovere e sono state anche organizzate simulazioni del suo intervento con finti membri del Congresso.
Mark Zuckerberg ha intenzione di sottolineare la sua responsabilità negli errori commessi. È quanto emerge dalla testimonianza di apertura dell'audizione. "È stato un mio errore e mi scuso. Ho fondato Facebook, lo gestisco e sono responsabile per cio' che vi accade", si legge nella testimonianza di Zuckerberg.
L'intervento è un crocevia fondamentale per il futuro di Facebook e dei social network in generale. Zuckerberg spiegherà le scelte dell'azienda in tema di privacy degli utenti, racconterà la cronologia degli errori che hanno portato allo scandalo e traccerà le linee guida per il futuro. Se sarà convincente Facebook potrebbe intravedere la luce dopo il tunnel, in caso contrario rischierebbe un ulteriore tracollo economico dopo quello delle utlime settimane. Lo scandalo di Cambridge Analytica ha infatti ingigantito le preoccupazioni della politica sull'influenza dei social media nel percorso democratico, sul potere della Silicon Valley e sull'approccio spregiudicato che molte aziende tecnologiche hanno per la privacy degli utenti.
La testimonianza al Congresso non sarà però l'unico banco di prova per Zuckerberg che deve affrontare un altro grave problema, quello della rivolta interna. Molti dipendenti di Facebook stanno mettendo in discussione la leadership del suo fondatore, chiedendo di essere spostati nelle divisioni Instagram e WhatsApp dell'azienda. Il caso di Cambridge Analytica sembra infatti aver tradito la fiducia non solo degli iscritti al social network, bensì anche di tanti membri della squadra che da tempo avevano notato i sintomi di un problema che potrebbe irreparabilmente cambiare la storia dell'azienda.