Lifestyle
January 16 2015
È quando l'aria diventa frizzante che il pathos trova casa. Come la sera di Varese e il gol di Nicola, come il brusio di Marassi nel pomeriggio Champions con il Napoli, come le estati del periodo d'oro, quando i sogni prendevano forma perché colore lo avevano già.
Samuel Eto'o alla Sampdoria.
Ci ho provato a FIFA una volta, non ci sono riuscito.
Samuel Eto'o alla Sampdoria, il giocatore più vincente di sempre a vestire la nostra maglia.
Succede davvero? Sembra di si, c'è l'aria frizzante nonostante il vento invernale. Quando l'estate scorsa mi raccontarono dell'arrivo di Massimo Ferrero diedi la notizia senza certezze e con tanti dubbi, gli stessi che bisognerebbe avere prima di poter far il punto della situazione in due anni di bilancio societario. Paure e perplessità, come quando tua figlia esce con un nuovo ragazzo che non conosci. Queste paure hanno fatto si che tanti mi etichettassero come giornalista "cattivo", al soldo di chi vuole il male della Samp. Le paure di ieri sono le stesse di oggi, nate dall'amore e dalla necessità di proteggere, le stesse di tanti che, a ragione e con più esperienza del sottoscritto, riescono ad esporsi meno. Paure celate dietro sorrisi inevitabili davanti ad uno show iniziato con un accento romano troppo calcato e gli occhi sbarrati di un personaggio piombato nel nostro universo con l'impatto di un meteorite.
Quando è iniziata la Maratonda blucerchiata la reazione è stata la stessa dell'Alice di Carroll. Ho sempre avuto problemi a lanciarmi in pista e ballare. Trichechi, ostriche, pellicani, tutti in cerchio per la Samp. Ma che succede? Chi è Ferrero? Secondo le voci, nel ruolo di deus ex machina ci sono stati in tanti: Volpi, Moratti, Vialli, Mancini, Vialli e Mancini, il fondo di Dubai, il fondo di bottiglia, lo spettro del fondo.
Mercato estivo ok, arriva bella gente. La Maratonda aumenta di portata e i buffi animali a ballare tra le onde sono sempre di più. E poi via con le perle.
Il filippino, il balletto in tribuna, le corna, i foulard, le improbabili citazioni, l'entusiasmo, Samp&Doria. "Mara-maratonda dove andiamo non si sa". L'inverno porta il freddo e un giro di boa a 30 punti, un bottino che suona come un "se non balli sei un genoano".
Muriel, 12 milioni. Eh? Quanti? Dodici? Ma non sono troppi?
Vai tranquillo e balla, le ostriche non hanno le gambe eppure non la menano come te.
Muriel salta. Forse no, forse si. Un "errore di sbaglio" che suona alla Maccio Capatonda, nel frattempo c'è un nome che si legge Samuel e suona come Ruud. Eto'o.
Eh? Si, Eto'o, fidati.
Arriva, non arriva. È a Parigi, è a Manchester, è a Liverpool. No, è a a Donega. Viene, non viene, gli diamo tre milioni, no due, no uno e mezzo, no: lo paghiamo in pesto buono, quello dell'entroterra. Il doriano sclera, mi becco insulti anche io da gente che mi pensa in cravatta a Milano. Ma sono a Struppa, ho l'ansia come loro.
Veniamo in trentamila in aeroporto, occupiamo il Cristoforo Colombo.
"È fatta?"
"Quasi."
"Arriva venerdì"
"Arriva sabato"
"Non arriva"
"Arriva lunedì"
"Arriva."
Serio? Si. Serio. Si sente l'aria calda, a ballare adesso sono un sacco. Il nuovo ragazzo di mia figlia le ha comprato la Ferrari. Non lo giudico dai regali, ma il suo ex la picchiava e la portava a mangiare al Mac. Forse sono troppo apprensivo io, forse ho sbagliato a preoccuparmi. Forse ho ragione. Nel frattempo però lei è contenta, sorride con le nuove chiavi in mano. Se poi la tradirà vedremo, io amo lei, non i suoi fidanzati. Nel frattempo sto brusio di Maratonda scalda l'aria ancor di più e stasera Genova è bellissima.
Fare quattro passi è inevitabile.
Ci vediamo in aeroporto, forza Sampdoria. Sempre.