Fantozzi, il più grande "perditore" di tutti i tempi: 40 anni in 40 foto
Simona Santoni
UPDATE: Paolo Villaggio è morto il 3 luglio del 2017. In questa giornata di lutto per il cinema italiano riproponiamo questo articolo pubblicato il 27 marzo del 2015 in occasione dei 40 anni del suo personaggio storico, il ragioner Ugo Fantozzi, che ha reso Villaggio un pezzo del patrimonio cinematografico italiano.
----------------------
Era il 27 marzo 1975 quando usciva al cinema Fantozzi, il primo dei dieci film sullo sfortunatissimo e abietto ragionier Ugo Fantozzi. Personaggio letterario e cinematografico irresistibile, ideato e interpretato da quell'amabile cinico di Paolo Villaggio, oggi compie 40 anni.
Rappresentante dell'uomo medio, anzi, mediocre, Fantozzi è l'archetipo dell'italiano anni '70, medio-borghese, impiegato dalla vita semplice, animato da fallimentari desideri di riscossa.
Sono ormai patrimonio della comicità italiana immagini iconiche come il campetto disastrato dalla pioggia che ospita la tradizionale partita di calcio tra scapoli e ammogliati, la nuvola di pioggia che segue imperterrita Fantozzi, gli occhiali dalle lenti spessissime del propositivo ragionier Filini (interpretato da Gigi Reder), le avide brame amorose di Fantozzi verso la calcolatrice signorina Silvani (Anna Mazzamauro), la Bianchina su cui precipita nella notte Capodanno una lavatrice, la bruttezza spaventevole della figlia Mariangela (Plinio Fernando prima, Maria Cristina Maccà poi)...
Diretto due volte da Luciano Salce, sette da Neri Parenti e infine da Domenico Saverni in Fantozzi 2000 - La clonazione (1999), Fantozzi ci ha fatto ridere, tanto, ma anche provare compassione per le sue disavventure tragicomiche. Perché in fondo in Fantozzi c'è qualcosa di tutti noi.
Alla povera Pina (interpretata agli inizi da Liù Bosisio quindi da Milena Vukotic), moglie bistrattata da cui sempre ritorna, Fantozzi ha rivelato il suo segreto in Fantozzi contro tutti (1980):
"Io, Pina, ho una caratteristica: loro non lo sanno, ma io sono indistruttibile, e sai perché? Perché sono il più grande 'perditore' di tutti i tempi".