Lifestyle
December 05 2016
È possibile chiacchierare con un topo? E chiacchierare con il topo più famoso di tutti? Ci prova lo sceneggiatore di Topolino Tito Faraci con Mickey (Add, 2016), una lunga lettera che scrive al suo protagonista, al suo compagno di avventure degli ultimi vent’anni: Topolino (il personaggio, non la rivista).
Il libro comincia con una confessione: Topolino, Faraci non l’ha mai incontrato, sarebbe potuto andare a Topolinia qualche volta, ci dice, ma non ne ha mai avuto il coraggio, non ha mai scoperto se a Topolino siano piaciute le storie che ha scritto per lui.
Da qui prende avvio il lungo racconto di quello che è un amore appassionato per un fumetto e per un personaggio, la storia di un mestiere difficile e spesso poco compreso e del mondo disneyano italiano, costellato dai volti degli autori che lo hanno reso celebre nel mondo.
Working Class Hero
Topolino spesso non suscita grandi simpatie: lettori non appassionati, che hanno vaghi ricordi del fumetto dalla loro infanzia, preferiscono Paperino, così imbranato e casinista. Che errore madornale! Tito Faraci non vuole farci cadere nella stessa trappola e ci mette in guardia: è vero, in passato sono state scritte delle storie sbagliate, che hanno dato una percezione distorta del personaggio, ma Topolino, dagli esordi alle storie a cui si dedicano lui e gli altri autori della “nuova guardia”, è un personaggio complesso e niente affatto antipatico.
Nella sua prima apparizione, per esempio, il nostro topo è un mozzo su un battello a vapore, non certo un lavoro “fighetto”, e nelle storie più moderne, in cui spesso aiuta come investigatore il commissario Basettoni e più raramente si dedica a quello che dovrebbe essere il suo vero lavoro, il giornalismo, Topolino si batte per i propri ideali ed è circondato da amici che gli vogliono bene e che chiedono il suo aiuto per risolvere misteri e ingiustizie.
Amici e nemici
La costruzione di Topolino dunque passa anche attraverso i personaggi che gli stanno accanto: Pluto e Pippo, entrambi cani – sebbene uno antropomorfo –, che sono suoi complici e compagni di avventure così come vuole il detto “il cane è il migliore amico dell’uomo”. E ancora Basettoni e Manetta, che non sembrano essere in grado di risolvere un caso senza l’aiuto di Topolino detective.
Ma il rapporto forse più importante è quello tra Topolino e la sua nemesi: Gambadilegno. Faraci mette in luce un dato importante: Topolino non sarebbe quello che è senza Gambadilegno a fargli da controparte. Il nostro protagonista vince sempre nella misura in cui qualcuno perde sempre, e questo qualcuno è Gambadilegno. Grazie all’apporto di alcuni autori, tra cui Faraci stesso, che hanno saputo intuire questa possibilità dialogica, il rapporto tra i due si è evoluto nel corso degli anni, dando vita a nuove storie in cui il detective e il super cattivo interagiscono secondo piani più complessi.
Gli uomini più fortunati del mondo (o quasi)
Quella del fumettista è per Faraci la carriera più bella che si possa aver la fortuna di intraprendere, ma guai a chi pensa che scrivere storie “di topi e di paperi” sia tanto semplice quanto ci appare leggendole. La scrittura disneyana e in particolar modo quella delle storie dell’universo di Topolinoè costellata di divieti che il bravo sceneggiatore e il bravo illustratore devono saper dribblare. Un paio di esempi? Non si possono ferire dei personaggi in uno scontro a fuoco durante una rapina, e nemmeno mettergli in bocca esclamazioni che possono essere ingiuriose o legate a una religione (no, nemmeno per “Per Giove!”).
Simili divieti fanno spesso cadere autori alle prime armi nel peggiore dei malintesi: che per scrivere una storia leggibile anche da un pubblico di bambini si debba semplificare la trama e abbassare di livello la narrazione. Le storie di Topolino hanno infatti un pubblico estremamente variegato e il numero di adulti che lo leggono è molto più alto di quanto ci si aspetterebbe.
Quella della sceneggiatura e dell’illustrazione di Topolino allora è una sfida: una sfida a essere fantasiosi ma anche realistici in ogni dettaglio, una sfida a saper creare intrecci avvincenti capaci di far divertire allo stesso modo la generazione dei padri e quella dei figli.
Non è un compito facile, ma Tito Faraci lo sa: per sperare che un giorno Topolino alzi la cornetta del telefono, da Topolinia, per fare il prefisso di Milano, le storie che lo riguardano devono essere davvero straordinarie.
Tito Faraci
Mickey. Uomini e topo
Add, 2016
144 pp., 12 euro