L'aviazione scalda i motori per la ripartenza dopo il Coronavirus
Con una nota del 21 aprile l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (Icao) ha comunicato le sue previsioni riguardo la ripresa dei voli commerciali dopo la pandemia di Coronavirus. Secondo questo studio il Covid-19 potrebbe far scendere il numero di viaggiatori sugli aeroplani commerciali di quasi 1,2 miliardi entro settembre 2020, rispetto all'anno precedente, quando il numero di biglietti staccati nel mondo era vicino a 4,5 miliardi. La riduzione, unita ai costi necessari per ripartire, fa stimare che i ricavi delle compagnie aeree potrebbero diminuire nella migliore delle ipotesi di 160 miliardi di dollari, qualora il virus si fermasse rapidamente, ma sottrarre fino a 253 miliardi qualora le limitazioni al contrasto del coronavirus dovessero estendersi fino ai primi nove mesi di quest'anno, riducendo la capacità internazionale dei collegamenti fino a due terzi del suo volume precedente, stimato in 55.300 collegamenti regolari ogni 24 ore.
Se il trend del 2019 si fosse realizzato confermando le previsioni, quest'anno il numero di passeggeri avrebbe potuto aumentare di circa 64 milioni nei primi nove mesi con ricavi per 15 miliardi di dollari in più.
Nel rapporto pubblicato il 21 aprile l'Icao stabilisce che la zona europea e quella asiatico-pacifica saranno quelle in cui la ripresa sarà più rapida e voluminosa, arrivando a recuperare quanto perduto nei primi sei mesi del 2020.
Sempre l'Organizzazione denuncia anche un calo del 19% nei volumi del trasporto aereo cargo per il mese di marzo scorso, cifra che ha però determinato una perdita di ricavi maggiore, attorno al 22%, in quanto la messa a terra degli aeromobili passeggeri in tutto il mondo, oltre a comportare costi, ha causato una perdita della capacità di carico.
La cifra più impressionante del rapporto Icao è il calo del trasporto passeggeri di questo mese, che seppure non sia ancora concluso segna un -91%. Le stime dell'Icao vedono tuttavia la possibilità di registrare segnali di ripresa già a fine maggio per poi accelerare nel recupero entro novembre, poiché rispetto ad altre crisi che hanno travolto il settore negli ultimi 25 anni, come l'11 settembre e la Sars, in questo caso la pandemia è stata più rapida e diffusa, dunque le previsioni fatte su quei modelli non sono applicabili.
Quanto alla sicurezza dei passeggeri, già da oggi vengono applicate direttive che prevedono maggiori sanificazioni sugli aeroplani, l'invito ai passeggeri di utilizzare check-in fatti via internet da casa e corsie di imbarco veloce alle quali ci si è pre registrati. Ogni provvedimento è volto a contingentare la presenza delle persone nelle aree aeroportuali dove normalmente ci sono lunghe code e folla, a cominciare per esempio dai bus che trasportano i passeggeri dai terminal agli aeromobili, sui quali i posti saranno giocoforza limitati. Alitalia e altri vettori hanno già comunicato di applicare queste procedure, mentre altri vettori stanno studiando altre forme di distanziamento da applicare a bordo per non dover rinunciare a riempire i posti. Ma quanto a fantasiose barriere trasparenti tra i passeggeri, obbligo di mascherine per tutta la durata del volo (sarebbe impossibile mangiare e bere, e farlo vanificherebbe gli sforzi), o altre deliranti idee, queste evidenti per questioni di sicurezza non saranno mai possibili. Ciò che invece si sta progettando sono nuovi interni di aeroplani con sedili e rivestimenti sui quali i tessuti sono battericidi. Non certo una soluzione definitiva, ma piccoli passi avanti nella ricerca di ritorno alla tranquillità dell'era pre-Covid19.
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