Economia
August 24 2017
Fca e il suo amministratore delegato Sergio Marchionne starebbero studiando la possibilità di scorporare Maserati e Alfa Romeo dal Gruppo. Non solo, il progetto di spin off potrebbe riguardare infatti non solo il cosiddetto polo del lusso, ma anche le aziende che si occupano di componentistica, a cominciare dalla Magneti Marelli.
Per il momento si tratta solo di un’indiscrezione rilanciata dall’agenzia Bloomberg, ma è bastata far schizzare i titoli del Gruppo italo-americano in Borsa, segno che si tratterebbe di un’opzione gradita al mercato.
Le ragioni di questa scelta del management di Fca vanno ricercate nella convinzione, più volte espressa dallo stesso Sergio Marchionne, che per stare in maniera più efficace sul mercato dell’auto, ormai sono necessarie grandi alleanze. E non è un caso allora, che le indiscrezioni sullo scorporo arrivino proprio all’indomani dell’ufficialità dell’interessamento da parte dei cinesi della Great Wall tanto per il marchio Jeep che per l’intero gruppo Fca.
La decisione allora di scorporare Maserati e Alfa Romeo, ossia il cosiddetto polo del lusso, andrebbe nella direzione di trasformare il marchio italo-americano in un player più concentrato sul mercato delle auto di massa, rendendo così la società più attraente per una potenziale unione con una casa automobilistica rivale. In questo caso i citati cinesi della Great Wall.
I tempi di un eventuale spin off del settore del lusso, ossia di Maserati e Alfa Romeo, potrebbero anche essere relativamente veloci e questo nonostante la rilevanza di una decisione che potrebbe letteralmente rivoluzionare la fisionomia di Fca così come l’abbiamo conosciuta finora.
È il caso di ricordare infatti che per il 2018 Sergio Marchionne ha annunciato il suo addio alla guida del gruppo italo-americano e dunque se vorrà portare in porto un’operazione, prima di scorporo e poi di alleanza con un concorrente, dovrà certamente affrettarsi.
In ogni caso, a gongolare è anche la famiglia Agnelli, perché l’eventuale spin off, tanto dei brand del lusso quanto di quelli legati alla componentistica, come primo e più immediato effetto avrebbero di certo la liberazione di un valore che secondo gli esperti è quantificabile in circa 7 miliardi di euro.