Fedez, ultimo show

E' solo un’arte in cui i compatrioti dimostrano di eccellere, ancor più della salita sul carro del vincitore. Scendere il più lestamente possibile dallo stesso carro, mentre l’ex trionfatore finisce in disgrazia, aggiungendo pure il subdolo piacere del calcio dell’asino. A maggior ragione stavolta, visti i demeriti dell’interessato. Fedez, insomma. Il reuccio del progressismo tricolore, che incantò l’Italia con sua maestà Chiara, prosegue in caduta libera e fragorosa. Il multiforme rapper, del resto, s’è impegnato alla spasimo per finire nel girone dei miti riclassificati come reprobi: ceffi impresentabili, manovre ardite, sbruffonaggine adolescenziale. E pensare che, sperando di mantenere l’aura moralizzante e benefica, aveva pure rotto l’incantesimo dei Ferragnez, filando via dal superattico di City Life senza consorte né progenie.

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