Non c’è titolo al cinema e in tv che non sia infarcito di «inclusività» portata all’eccesso e inserita a forza nelle trame. Il fenomeno si chiama «Woke». Nato per giusti propositi, sta diventando un processo alle intenzioni che limita la creatività di registi e sceneggiatori.
Così il pubblico, stanco di farsi dare lezioni
di moralismo dalle major, diserta le sale (già in crisi) e le piattaforme streaming.