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June 12 2019
Il primo arresto in Lombardia è avvenuto lo scorso aprile. A Desenzano, addosso a un pusher è stato trovato del Fentanyl, un oppioide sintetico che negli Stati Uniti e in Canada sta falcidiando un’intera generazione. Dopo la cocaina e l’eroina, dunque, il mercato delle droghe si arricchisce di una nuova sostanza il cui viaggio comincia anch’esso molto lontano: in Sudamerica.
Del resto, «il narcotraffico è la bomba atomica dell’America Latina». A dirlo, qualche decennio fa, è stato uno dei grandi zar colombiani della droga, tra i primi a essere estradati negli Stati Uniti: Carlos Lehder, tra i fondatori del cartello di Medellín. Oggi la bomba è esplosa, il potere dei narcos è più grande che mai e intelligence e investigatori di mezzo mondo difficilmente riescono a venirne a capo.
La ragione della sua inarrestabile espansione è semplice: il crimine non solo è sempre più veloce nel comprendere le dinamiche del mercato, ma è esso stesso a orientarle. Prima ancora che una droga «muoia», se ne fabbrica un’altra, così il narcotraffico non si estingue mai. Lo capì prestissimo Pablo Escobar, che alla locale «marimba», come si chiamava nel gergo di strada la marijuana, le cui piantagioni riempivano all’epoca la Colombia, preferì sostituire, con un intuito più da imprenditore che da criminale, l’allora nuovissimo business della cocaina. «Inonderemo gli Stati Uniti di polvere bianca» profetizzava a metà degli anni Settanta, e la sua visione si rivelò corretta. Ancora oggi la cocaina è la droga che garantisce i maggiori profitti e da tempo i narcos sudamericani non considerano più la marijuana il «core business». La lasciano a più semplici fazioni alleate, come il PCC, il Primeiro Comando da Capital brasiliano, che gestisce quasi tutto il business della marijuana in Paraguay.
I narcos, quelli veri e potenti, hanno cominciato piuttosto a dedicarsi con successo alla creazione di nuove droghe sintetiche che stanno devastando milioni di giovani americani e canadesi; in Europa si stanno affacciando timidamente, per adesso, con il pericolo però di un’ecatombe nei prossimi anni.
Il Fentanyl, in particolare, è diventata la nuova tendenza del florido business delle droghe. Questo oppioide sintetico è esploso sul mercato grazie alla facilità con cui i medici nordamericani somministrano pesanti antidolorifici per i mali più comuni (anche tra gli anziani). Peccato però che tra gli effetti collaterali ci siano assuefazione e dipendenza, tanto che sono ormai parecchie le class action contro le case farmaceutiche che li hanno prodotti. I cartelli messicani hanno subodorato il business e, facendo leva su un mercato già assuefatto, hanno messo in circolazione il Fentanyl prodotto da loro stessi, mescolato con eroina e persino con topicidi, trenta volte più potente di questa droga tradizionale. Risultato: una generazione di «zombie» le cui overdose sonospesso mortali, con un costo sociale e sanitario immenso.
All’inizio i cartelli si limitavano a comprare il Fentanyl dalla Cina. Poi, acquisendo un know-how chimico, si sono messi in proprio. I precursori continuano ad arrivare dall’Oriente (soprattutto India e Cina) e dall’Argentina, ma la sostanza la producono loro. I più forti nel settore sono i cartelli messicani di Sinaloa e Jalisco Nueva Generacíon che forniscono anche l’eroina per mescolarla al Fentanyl.
In Europa, appunto, non sono ancora entrati in modo massiccio: qui continuano ad avere la meglio cocaina ed eroina. Ma alcuni casi recenti hanno messo in allerta le autorità sanitarie. Se il Fentanyl arriverà massicciamente sui mercati europei sarà un disastro, e la legalizzazione della marijuana non aiuterà certo ad arginare la curiosità del consumatore. In questo Stati Uniti e Canada dovrebbero servire da lezione: laddove la marijuana è stata legalizzata, il mercato del Fentanyl è prospero come non mai.
Dal 2013 al 2016, secondo il Rapporto dell’ottobre 2018 della Dea, l’Agenzia antidroga statunitense, le morti per eroina e Fentanyl sono raddoppiate: queste nuove droghe si comprano senza difficoltà su internet, quando non le distribuiscono, quasi porta a porta, gruppi installati negli Stati Uniti e legati alle Maras, le organizzazioni criminali centroamericane. La media stimata dalla Dea è di 174 morti per overdose al giorno, una strage.
Al Fentanyl vanno sommate poi le metanfetamine.Se alla frontiera tra Messico e Stati Uniti nel 2010 ne sono state sequestrate 4 tonnellate, nel 2018 si è arrivati a quota 37. L’anno scorso la Dea e il Dipartimento di Giustizia americano hanno varato un piano d’emergenza nazionale, l’Operation Synthetic Opioid Surge, con l’obiettivo di dichiarare guerra agli oppioidi.
Un business potenziale che ha interessato, peraltro, anche la ’ndrangheta italiana. Nel 2017 a Gioia Tauro e a Genova sono state sequestrate rispettivamente 24 milioni di compresse e 37 tonnellate di Tramadol, un potente oppiaceo sintetico (come il Fentanyl) che, mescolato con stimolanti, diventa lacosiddetta «droga del combattente»: una super amfetamina che annulla la paura in chi la assume. Con un dettaglio inquietante. Il carico di Tramadol proveniente dall’India era diretto in Libia, all’Isis. Pronto a essere usato, probabilmente, dai terroristi nelle loro azioni. n
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