Ferdinando Scianna. Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo

© Ferdinando Scianna / Magnum Photos
Ferdinando Scianna, Cena di Shabbat nella sede del gruppo Chabad-Lubavitch
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Ferdinando Scianna, Insegnamento del rabbino nel Midrash Luzzatto dentro la sinagoga Levantina
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Ferdinando Scianna, Meditazione notturna in Ghetto Nuovo
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Ferdinando Scianna, Preghiera del mattino nel Midrash Luzzatto dentro la sinagoga Levantina
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Ferdinando Scianna, Signore vestite a festa per Shabbat
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Ferdinando Scianna, Le arcate dentro le quali è ospitato il banco rosso
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Ferdinando Scianna, Tre pietre d’inciampo. Così vengono chiamate delle mattonelle in ottone che si incontrano davanti all’ultima residenza nota dei deportati. Nella pavimentazione del Ghetto sono incise memorie dei terribili destini delle persone che rastrellate dai nazisti nella Seconda guerra mondiale conclusero la loro tragica vita nei forni del campo di sterminio di Auschwitz

In occasione dei 500 anni della nascita del Ghetto ebraico di Venezia (formatosi il 29 marzo 1516), la Fondazione di Venezia ha deciso di avviare una ricognizione fotografica con l’ obiettivo di raccontare la dimensione contemporanea del Ghetto.


Il grande fotografo Ferdinando Scianna - membro della prestigiosa agenzia fotografica Magnum - ha realizzato un reportage fotografico in pieno stile Street Photography, raccogliendo immagini inerenti la vita quotidiana del Ghetto, senza tralasciare ritratti, architetture, interni di case e luoghi di preghiera. Chiese, ristoranti, campi, gondole sono i soggetti che animano il panorama visivo del progetto. Da segnalare, in questa narrazione, la compresenza di una dimensione simbolica, storica, rituale, intrinsecamente connessa a luoghi e gesti, e una semplicità nella descrizione di un tempo presente e ordinario.

“Ferdinando Scianna – osserva il curatore della mostra Denis Curti – ha saputo costruire un racconto delicato […]. Ha dato forma a una memoria collettiva elevando e distinguendo singole storie: se ne avverte la bellezza e la solennità. […] Il dolore mai urlato dell’Olocausto. Le pietre d’inciampo e i segni di una vicenda destinata a restare indelebile. […] Dentro queste fotografie ci si orienta. I punti cardinali si fanno abbraccio e segnano le linee di una confidenza visiva capace di entrare nei confini dell’intimità dei molti ritratti che compongono il complesso mosaico di questa esperienza: è il linguaggio degli affetti, è la grammatica dei corpi”.

Il progetto espositivo è realizzato da Civita Tre Venezie

Ferdinando Scianna. Il Ghetto di Venezia 500 anni dopo

26 agosto 2016 - 8 gennaio 2017

Casa dei Tre Oci
Fondamenta delle Zitelle, 43
Isola della Giudecca

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