Economia
February 18 2016
Sono giorni decisamente febbrili questi in casa Ferrari: domani ci sarà la tanto attesa presentazione della nuova vettura da Formula 1, mentre in Borsa il titolo del Cavallino, prima risente del periodo di crisi dei listini e poi risorge grazie all’inatteso interessamento di Geroge Soros.
Proprio ieri infatti, il noto finanziere americano di origini ungheresi, ha deciso di investire sul prestigioso marchio di Maranello, mettendo sul piatto circa quaranta milioni di dollari, che gli hanno fruttato un pacchetto dello 0,45% del capitale della società. Una mossa agevolata anche dal fatto che la Ferrari, dalla sua quotazione, ovvero dallo scorso 4 gennaio, ha perso quasi un quarto del proprio valore di capitalizzazione. In neanche 40 giorni infatti si è passati da un valore di listino che il 6 gennaio aveva toccato il massimo di 46 euro, ad un minimo, registrato l’11 febbraio, che ha fatto segnare quota 27 euro.
Quotazione Ferrari: 5 cose da sapere
Il magnate americano ha deciso allora di buttarsi nella mischia e il suo intervento non è passato di certo inosservato. Il titolo Ferrari infatti, subito dopo la notizia dell’investimento di Soros, è letteralmente schizzato verso l’alto guadagnando il 10% e arrivando ieri ad essere quotato intorno ai 35 euro, valore con cui ha aperto le contrattazioni odierne. Bisogna però evidenziare che George Soros con il suo Soros Fund Management, non è certo il primo e tantomeno l’unico tra i grandi investitori ad aver deciso di puntare sulla Ferrari. Ci sono infatti molti altri fondi, soprattutto di matrice statunitense, che fin dall’inizio hanno creduto nel progetto di smembramento da Fca voluto da Sergio Marchionne.
E allora, andando a dare una scorsa ai nomi più significativi tra gli investitori di Borsa del Cavallino, si scopre innanzitutto che Soros, con la sua operazione si colloca solo al quarto posto tra gli investitori di casa Maranello. Il primo posto su questo podio virtuale è occupato dal fondo Price T Rowe Associates che, secondo gli ultimi dati disponibili, deterrebbe oltre il 4% di Ferrari per un controvalore di circa 365 milioni di dollari. Non poteva mancare poi il celebre fondo Black Rock, che attraverso vari soggetti controlla circa 340mila azioni del Cavallino, con subito a ruota Morgan Stanley che può contare su circa 270mila titoli azionari. Ma l’interesse per il brand Ferrari è molto diffuso anche tra gli hedge fund.
Ferrari: dalla sede alla quotazione la verità di Marchionne
A testimoniarlo c’è il fatto che il quinto investitore in assoluto, subito dietro Soros, con un controvalore pari a 16 milioni di dollari, è rappresentato dall’hedge fund Seven Locks Capital Management, che di suo gestisce un patrimonio pari a circa 350 milioni di dollari. Altro nome di rilievo che da subito ha dimostrato il suo interesse per l’operazione finanziaria di Marchionne è quello del miliardario Daniel Och, che le ultime notizie davano come detentore di circa 70mila azioni Ferrari. Ma anche al di qua dell’Atlantico non mancano gli estimatori del Cavallino, come dimostra l’1% di capitale detenuto dall'hedge fund inglese Lansdowne Partner. A chiudere questo prestigioso elenco di “supporter finanziari” della Rossa di Maranello, ci sono altri due hedge fund americani, il Samlyn Capital e il Tpg Axon, rispettivamente con 977mila e 374mila azioni Ferrari.