Economia
August 04 2017
La Ferrari corre in pista e pure nelle due piazze finanziarie in cui è sbarcata: il 21 ottobre 2015 a New York e il 3 gennaio 2016 a Milano.
A quasi due anni dall'IPO, il Cavallino viaggia sopra i 90 euro per azione a Piazza Affari e poco sotto i 110 dollari a Wall Street. Insomma, oggi ha un valore più alto della casa madre FCA: le quotazioni saliranno ancora nei prossimi mesi?
Il titolo è andato a ruba tra gli investitori tanto che oggi a molti appare un po' sopravvalutato: le attuali valutazioni, fanno notare gli esperti, corrispondono a un rapporto prezzi/utile normalizzato superiore a 43 volte.
I numeri, tuttavia, continuano a far ben sperare: l’ultima trimestrale, pubblicata il 2 agosto, è risultata migliore delle attese con ricavi cresciuti del 13,5% a 902 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2016, il margine operativo lordo aumentato del 30% e l'utile netto salito del 29% a 136 milioni.
L’a.d. Sergio Marchionne - che è anche numero uno di FCA - ha detto che la Ferrari, per giustificare gli attuali multipli, necessita di un Suv, come del resto ha fatto Porsche da alcuni anni.
Che la casa di Maranello stia valutando la possibilità di costruire un "utility vehicle" a quattro posti nel quadro di "una espansione che vada oltre il suo mercato di nicchia e raddoppiare l'utile entro il 2022", lo avevano già anticipato alcune indiscrezioni stampa. L'ipotesi è stata confermata da Marchionne in conference call mercoledì 2 agosto.
In base al piano, che dovrebbe essere presentato all'inizio del prossimo anno, la Ferrari inoltre costruirà anche più veicoli ibridi per migliorare l'efficienza delle auto e conquistare nuovi clienti.
Secondo altri investitori, l'idea di abbassare di 20-30 mila euro il prezzo base della "rossa", sotto forma di Suv di lusso, potrebbe spingere ulteriormente le vendite.
In questo caso, però, la Casa di Maranello dovrebbe alzare la produzione dagli attuali 8 mila a 10 mila auto l’anno, il tutto senza intaccare il pregio e l’esclusività del marchio.
Le opinioni degli analisti che seguono il titolo sono contrastanti. Equita Sim, pur continuando ad avere una visione positiva del titolo, ha fissato un target price di 85 euro, inferiore alle quotazioni correnti.
Più ottimista è Banca Imi (Intesa Sanpaolo), che ha alzato il prezzo obiettivo a 110,5 euro ribadendo l’indicazione di acquisto di azioni. Banca Akros (Banco Bpm) ha alzato il target price da 80 a 105 euro con l'indicazione di accumulare le azioni in portafoglio.
Sul fronte opposto i francesi di Societe Generale, che pur alzando il prezzo obiettivo da 49 a 80 dollari (per il titolo quotato a New York) hanno ribadito l’indicazione di vendere le azioni.