La rivoluzione della FIFA: così dal 2024 cambia il calcio mondiale

Mondiale biennale e competizioni continentali solo negli anni dispari con due sole soste, allungate, per le nazionali e il resto della stagione a disposizione dei club. Che il piano FIFA per riscrivere i calendari internazionali sia ambizioso e controverso si è capito da mesi, vista anche l'opposizione ferma della UEFA e della CONMEBOL, contrarie all'idea di un Mondiale ogni due anni dal 2026 che minaccia di togliere appeal commerciale e televisivo all'Europeo e alla Copa America. Ora, però, il progetto emerge completamente nella sua interezza con un documento che il numero uno del calcio mondiale sta presentando a confederazioni e rappresentanti delle diverse categorie, convinto di riuscire a trovare un punto di caduta.

tratto da Marca

Non c'è solo il Mondiale biennale nelle idee della FIFA. Anzi. La disputa negli anni pari della massima competizione dal 2026 (ma la UEFA ha già aperto il processo di assegnazione dell'Europeo del 2028) rappresenta il perno attorno a cui ruota la rivoluzione che tocca alle basi l'attuale organizzazione del calendario internazionale.

Ci sono due proposte. La prima prevede che la stagione cominci ad agosto per terminare a giugno riservando l'intero mese di ottobre (4 settimane) all'attività delle nazionali cancellando le soste di settembre e novembre. Un mese per qualificazioni e manifestazioni varie, poi a giugno le grandi competizioni a partire dal Mondiale. A luglio un mese di stop per lasciar riposare i calciatori. La seconda ipotesi spezza in due la parte dedicata alle nazionali: tre settimane a ottobre e due a marzo.

Scenari che non piacciono alla maggior parte delle federazioni di Europa e Sud America e che stanno provocando più di un mal di pancia nei palazzi della politica calcistica, tanto che c'è chi ipotizza anche una scelta estrema di una dozzina di federazioni europee: abbandonare a FIFA con l'appoggio della UEFA che ha già apertamente detto di essere pronta a boicottare il progetto di Infantino.

tratto da Marca

Più sfumata la posizione del sindacato calciatori, anche perché nei documenti ci sono simulazioni che prevedono un drastico taglio dei viaggi intercontinentali cui oggi sono sottoposti per rispondere alle convocazioni e poi tornare a disposizione dei rispettivi club. L'argentino Messi, ad esempio, vedrebbe il suo carico di voli dimezzato da oltre 324 a 157mila chilometri e con lui tutti i sudamericani, al centro delle polemiche nelle ultime due finestre internazionali allungate perché costretti in molti casi a dare forfait negli impegni delle proprie squadre di club al ritorno dalla sosta.

Meno spostamenti, meno stress, meno fatica. La FIFA sta cercando anche così di rompere il fronte dei contrari sapendo che nell'elenco di chi si oppone al progetto ci sono anche le multinazionali europee del pallone, quelle che foraggiano con stipendi multi milionari i top player contesi anche dalle nazionali. Star che raramente prendono posizione e quando lo hanno fatto, nelle ultime settimane, è stato per denunciare le scelte di chi comanda il pallone, accusato di pensare solo a moltiplicare i ricavi caricando il peso delle fatiche sulle spalle dei giocatori.

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