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Josh O'Connor nel film "Challengers" (Metro-Goldwyn-Mayer Pictures)
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Sinner mania: 5 film belli sul tennis da vedere

In Italia è Sinner mania. Tutti tifano e guardano con emozione e speranza all'altoatesino che sta facendo la storia del tennis italiano. Numero 2 al mondo, fresco vincitore dell'Australian Open, Jannik Sinner sta facendo quello che nessun connazionale era riuscito a fare prima. Sognando addirittura la prima piazza, Alcaraz e Djokovic permettendo.

In attesa degli Internazionali di Roma e del Roland Garros, che rombano alle porte, intanto al cinema e a davanti alla tv buttiamoci in storie di tennis appassionanti e ispiratrici.

Ecco 5 film da vedere, belli ed emozionanti, per amanti del tennis. Con Challengers di Luca Guadagnino in testa!

Challengers di Luca Guadagnino

Dal 24 aprile al cinema! Doveva essere il film d’apertura dell’ultima Mostra del cinema di Venezia poi, causa sciopero degli attori di Hollywood, ne sono state posticipate uscita e promozione. E finalmente arriva in sala per farci scoprire un Guadagnino diverso dal solito, che trasforma il tennis in rock sexy e magnetico. Il regista italiano amato in America resta sempre un raffinato esteta. I sentimenti però, da contemplativi, ora si fanno bizzoso e impetuoso scambio di dritti, rovesci e volèe su terra rossa. Con inquadrature gustose e seducenti, a ritmo serrato.

Zendaya, Mike Faist e Josh O'Connor sono protagonisti di un triangolo amoroso e tennistico. Lei, appena vista con gli occhi blu di spezia in Dune 2, è fulgente e rabbiosa in campo, astro nascente del tennis prima, allenatrice granitica poi. Faist, già visto danzante in West Side Story di Steven Spielberg, è il giocatore di ghiaccio. O’Connor, invece, fresco protagonista de La chimera di Alice Rohrwacher, è fuoco, istinto e sregolatezza.

«Non so molto sul tennis, ma so molto sul desiderio», ha detto Guadagnino quando l’ha contattato per Challengers la produttrice Rachel O’Connor. Il tennis, infatti, si fa mezzo di conquista e passione. «In questo film il tennis è solo una metafora del potere e delle dinamiche di potere tra persone che si appoggiano l’un l’altra, forse un po' troppo», ha detto Zendaya.

Zendaya e Mike Faist nel film "Challengers" (Foto: Metro-Goldwyn-Mayer Pictures)

A ispirare lo sceneggiatore Justin Kuritzkes è stata una controversa partita tra Serena Williams e Naomi Osaka, nel 2019, in cui c'è stata una chiamata sul fatto che Williams ricevesse coaching da bordo campo. «Non ne avevo mai sentito parlare, ma mi ha colpito perché era una situazione intensamente cinematografica», ha spiegato Kuritzkes. «Quell'idea ha cominciato a maturare nella mia testa. Poi parallelamente sono diventato un vero fan del tennis e ho iniziato a seguire i cosiddetti “Challenger”, eventi di livello inferiore nel mondo dei tornei di tennis professionistici. Ho pensato che sarebbe stata l’ambientazione giusta per far incontrare nuovamente due ragazzi che non si vedevano da molto tempo».

Intanto la colonna sonora di musica techno ed elettronica di Challengers, composta da Trent Reznor e Atticus Ross, è seduzione, sfida, voracità di vita.

Dove vederlo: al cinema dal 24 aprile con Warner Bros. Pictures.

Una famiglia vincente - King Richard (2021) di Reinaldo Marcus Green

Di questo film quello che più si ricorda oggi è lo schiaffo scioccante e sciocco che Will Smith ha propinato sul palco degli Oscar al comico Chris Rock. Che follia! E un premio Oscar, meritato, macchiato irrimediabilmente.

Con tanto cuore e pieno darsi, Smith in Una famiglia vincente - King Richard è il “re” Richard Williams, padre e allenatore che ha portato sul tetto del mondo le sorelle tenniste Venus e Serena Williams. Con tenacia e fede incrollabili. Con impressionante e maniacale capacità di programmazione: Richard aveva pianificato tutto, prima ancora che Venus e Serena nascessero.

Immagine del film "Una famiglia vincente - King Richard" (Foto: Warner Bros.)

È lui il fulcro di un film che fotografa l’ascesa di due granitiche del tennis, dai campetti abbandonati e tempestati di gang di Compton, in California, allenate dalla mamma infermiera e dal padre guardia giurata, fino ai 23 Slam conquistati da Serena, The Queen, e ai sette di Venus, la Venere nera, entrambe, a turno, numero uno al mondo.
Particolare drammatico, successivo ai fatti narrati nel film: proprio a Compton, in una sparatoria tra gang nel 2003, a soli 31 anni è stata uccisa accidentalmente Yetunde Price, la maggiore delle cinque sorelle Williams.

«Non ci sarebbero Venus e Serena se non fosse stato per Richard»: parole di Serena Williams. E il film di Reinaldo Marcus Green, fresco regista del biopic Bob Marley - One Love, è un accorato omaggio a questo padre cocciuto e prepotente. Un padre imperfetto ma sempre in difesa della sua famiglia.

Dove vederlo: in streaming su Netflix, Prime Video, TimVision, Rakuten Tv, iTunes.

Borg McEnroe (2017) di Janus Metz

«Per me Borg McEnroe è la versione ambientata nel mondo del tennis di Toro scatenato», le parole del regista danese Janus Metz, che prima di Borg McEnroe aveva diretto alcuni episodi di True detective. «Racconta di due ragazzi, entrambi in lotta per dimostrare di essere il migliore, per sentirsi importante, per essere qualcuno. Imprigionati nella loro rivalità – una delle più spettacolari nella storia dello sport – hanno finito col fare i conti con loro stessi e con i propri demoni».

Ed eccoli, i due ragazzi capaci di spingersi oltre i limiti: lo svedese Björn Borg, Ice Man, così soprannominato perché proveniente da una terra di ghiacci ma anche per la freddezza e la compostezza che mostrava in campo; e John McEnroe, americano sanguigno e irascibile, tanta classe sotto rete. Li interpretano rispettivamente Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf.

Shia LaBeouf e Sverrir Gudnason nel film "Borg McEnroe" (Foto: Julie Vrabelova)

Il film rievoca un'era dello sport in cui i giocatori di tennis erano delle rock star e in cui John e Björn emergevano come i più grandi. Ricostruisce la loro rivalità, svelando la loro vita fuori e dentro il campo: il primo desideroso di confermarsi re incontrastato del tennis, il secondo determinato a spodestarlo. Fino alla finale diventata leggenda: quella di Wimbledon 1980.

Per esplorare il tumulto interiore di Borg e McEnroe, il film fa uso di una fotografia cruda, utilizzando molto la camera a mano e la steady-cam per trasmettere un senso di immediatezza e realismo. A questo si contrappongono sequenze volte a creare un'atmosfera ricca, con immagini quasi simboliche che sottolineano l'importanza storica degli eventi.

Dove vederlo: in streaming su Prime Video, Chili, Tim Vision, YouTube, iTunes.

La battaglia dei sessi (2017) di Jonathan Dayton e Valerie Faris

Il 20 settembre del 1973 all’Astrodome di Houston ebbe inizio quella che fu definita "la battaglia dei sessi": un incontro di tennis tra Billie Jean King e Bobby Riggs. Premio: centomila dollari per il vincitore. Fu una delle più famose partite di tennis della storia, vista in tv da 90 milioni di spettatori. E fu lei, Billie Jean King, a vincere.

Jonathan Dayton e Valerie Faris, coppia di registi statunitensi già autori del delizioso Little Miss Sunshine, raccontano lo storico incontro tra la numero uno del tennis femminile americano degli anni Settanta e l'ex numero uno maschile. Un'icona femminista e paladina del movimento Lgbt e un relitto del vecchio maschilismo si scontrarono sul campo da tennis. Li interpretanoEmma Stone e Steve Carell in un film che parla di femminismo, coraggio e uguaglianza.

Emma Stone e Steve Carell nel film "La battaglia dei sessi" (Foto: Twentieth Century Fox Film Corporation)

Il match ebbe una grande risonanza in un periodo caratterizzato dalla rivoluzione sessuale e dalla nascita del movimento per i diritti delle donne. Ma i due campioni rivali, King e Riggs, fuori dal campo, erano impegnati a combattere battaglie personali ben più complesse. King, donna estremamente riservata, non ambiva solo a ottenere l’uguaglianza fra i sessi, ma anche a comprendere la propria identità sessuale nell’ambito della sua amicizia con Marilyn Barnett (Andrea Riseborough). Riggs, invece, che incarna una delle prime grandi celebrità mediatiche autoprodotte, lottava segretamente contro il vizio del gioco d’azzardo, di cui la sua famiglia e sua moglie Priscilla (Elisabeth Shue) avevano fatto le spese.
Insieme, Billie e Bobby offrirono uno spettacolo culturale che diede vita ovunque a grandi dibattiti, lasciando un segno permanente.

Dove vederlo: in streaming Disney+, TimVision, YouTube, Prime Video, iTunes.

Match point (2005) di Woody Allen

Non è propriamente un film sul tennis ma è un thriller psicologico su classi sociali e infedeltà con protagonista un maestro di tennis, ex tennista professionista, interpretato da Jonathan Rhys Meyers. Con una metafora chiave totalmente tennistica: quella pallina sospesa fra i due lati della rete da tennis, che ondeggia per brevi attimi, senza che si sappia su quale lato del campo cadrà.

Rhys Meyers è un istruttore di tennis ambizioso e di modeste origini, che lavora in un club esclusivo di Londra. La sua vita svolta quando entra nelle grazie del suo ricco allievo (Matthew Goode), che lo introduce in famiglia. Attrae subito la sorella dell’allievo (Emily Mortimer), che è il grimaldello perfetto per la sua ascesa sociale. E il matrimonio, a ruota, è la strada per trovare i favori del padre milionario (Brian Cox). Peccato però che sia segretamente attratto, contraccambiato, da un’avvenente attrice americana (Scarlett Johansson). Un triangolo pericoloso. Ed ecco, pian piano, che monta il delitto. Come quella pallina in bilico sulla rete da tennis, per l’omicida la sorte sarà fortuna o disgrazia?

Elegante e piacevole noir, Match point ha segnato il ritorno di Woody Allen tra i favori della critica, dopo che da molti era stato sentenziato sul viale del tramonto. Liberamente ispirato al romanzo Delitto e castigo di Dostoevskij, è il suo primo film lontano dalla sua New York, nella prima esplorazione europea, a Londra.

Dove vederlo: in streaming su Prime Video, Infinity, Now TV, Rakuten tv.

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