Fisco: concordato biennale ed altre novità

La riforma del fisco va avanti. Il Consiglio dei ministri del 24 gennaio ha approvato in via definitiva il concordato biennale, per gli autonomi e le piccole e medie imprese e il decreto legislativo sulle attività di accertamento. Per quanto riguarda quest'ultimo la novità principale verte sull’introduzione di un contraddittorio motivato con il contribuente. Significa dunque che l’Agenzia delle entrate non potrà, se non previo contraddittorio con il contribuente, mandare un atto di accertamento. Nella pratica, il fisco produrrà uno schema di atto, si aprirà il contraddittorio con il contribuente e se l’Agenzia delle entrate non è d’accordo dovrà motivarne il perché. Per quanto riguarda invece il concordato biennale si sono andate a recepire le osservazioni e i pareri ricevuti dalle Commissioni parlamentari, il concordato biennale approvato ha modificato l’accesso allo strumento, eliminando di fatto il riferimento al punteggio (minimo 8) degli Isa. In questo modo viene ampliata la platea dei contribuenti che potranno utilizzare questo nuovo strumento. Il concordato preventivo biennale “che interessa oltre 4 milioni di contribuenti, voi sapete che ci sono due categorie delle partite Iva: i soggetti Isa che sono 2.420 milioni e 1,7 milioni di forfettari", dichiara il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al termine del Cdm. Restano esclusi chi ha debiti tributari o contributivi accertati, superiori ai 5.000 euro, compresi di interessi e sanzioni. Altra novità riguarda la tempistica: per i redditi riferiti al 2023 si avrà tempo di aderire alla proposta del fisco entro il 15 ottobre. Per quanto riguarda invece, l’impostazione generale della misura, quella rimane immutata. E dunque, se si decide di voler partecipare al concordato biennale, si dovranno inviare i dati all’Agenzia delle entrate che provvederà a formulare una proposta fiscale. Se si accetta, il contribuente si impegna a pagare le tasse concordate per due anni. Se si dovessero realizzare maggiore redditi, questi non andranno a determinare l’imposizione diretta. Se invece, si modifica l’attività o non si dichiarano delle attività e viene fatto un accertamento, si perde l’uso del concordato biennale. Le risorse che verranno raccolte dal concordato preventivo "serviranno anche per completare le fasi successive di riforma. Il nostro obiettivo è che attraverso l'emersione di questa materia imponibile si possa ulteriormente incidere sulla riduzione delle aliquote Irpef", sottolinea Leo.

Febbraio e Marzo mesi all’insegna del fisco

Nel mese di febbraio arriveranno in Cdm altri due schemi di decreti legislativi sulle sanzioni e sulla riscossione. Inoltre, “con le necessarie coperture finanziarie vedremo di allestire un provvedimento che riguarderà i tributi", spiega Leo, nel corso del convegno "Fisco 2024 novità, aspettative e zone d'ombra" promosso dall'Associazione nazionale commercialisti.

"Abbiamo già programmato, col presidente Giorgia Meloni e col ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, un evento nella metà di marzo, nel quale presenteremo al mondo delle professioni tutta la riforma (fiscale), mettendo in consultazione i testi unici compilativi", su cui sarà possibile "fare osservazioni", ha annunciato nei giorni scorsi, il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, precisando che è nella sua "indole" avere un costante dialogo con le categorie professionali.

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