Tasse
November 04 2023
Sempre più tecnologia per dare la caccia agli evasori fiscali. Il Consiglio dei ministri ha approvato il quinto provvedimento di attuazione della riforma fiscale che ha ad oggetto un nuovo meccanismo di accertamento e il concordato preventivo biennale. Strumenti che servono per agevolare il dialogo tra l’Agenzia delle entrate e i contribuenti e combattere l’evasione fiscale. Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, in conferenza stampa, ha infatti ricordato che il tax gap ammonta a 80 -100 miliardi di euro. Con il nuovo decreto il governo punta molto sull’analisi del rischio, sfruttando la interoperatività delle banche dati, le informazioni contenute nelle fatture elettroniche e l’uso di nuovi strumenti tecnologici, come l’intelligenza artificiale e il machine learning.
Obiettivo riuscire a “dire millimetricamente al contribuente qual è il suo reddito”. L’uso delle soluzioni di intelligenza artificiale verrà prevalentemente usata per fare analisi probabilistiche che hanno come scopo principale riuscire ad isolare i rischi fiscali, anche non noti a priori, che, una volta individuati, possono essere utilizzati per attribuire al contribuente, sotto esame, una determinata probabilità di accadimento di rischio fiscale. Le informazioni che verranno raccolte, grazie all’uso dell’Ia, potranno inoltre anche essere usate per svolgere dei controlli preventivi. Secondo strumento per combattere l’evasione è l’interoperatività tra le varie banche dati dell’Anagrafe tributaria e degli archivi e registri pubblici pubblicamente disponibili (es: bilanci aziendali). La condivisione delle informazioni viene poi estesa anche alla Guardia di finanza. Il decreto precisa infatti come “l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza, per le finalità di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale, alla frode fiscale e all’abuso del diritto in materia tributaria, possono, compatibilmente con le vigenti disposizioni in tema di trattamento di dati personali (...), condividere tutte le informazioni e le risorse informatiche di cui dispongono”.
Novità anche sul fronte accertamenti. “Ridisegnamo le modalità attraverso cui l'Amministrazione finanziaria può far valere la sua pretesa tributaria, rivedendo bene l'accertamento che deve passare da processi verbali di accertamento, che possono fare la Guardia di finanza e l'Agenzia delle entrate, a cui il contribuente può fare acquiescenza entro 30 giorni. Questo accelererà la definizione del rapporto e comporterà una riduzione del carico sanzionatorio a un sesto", ha spiegato Leo, in conferenza stampa. Nel caso poi l’accertamento prosegua si andrà ad instaurare un contraddittorio che diverrà a 360°.
La novità più rilevante è però rappresentata dal concordato preventivo biennale che viene esteso anche alle P.iva, alle piccole e medie imprese per i 2024 e il 2025. In sintesi l’Agenzia stabilisce quanto il contribuente dovrebbe pagare di tasse e se quest’ultimo accetta allora per i successivi due anni non sarà soggetto a controlli. L’Amministrazione finanziaria entro il 15 marzo 2024 metterà a disposizione dei contribuenti o dei loro intermediari, anche mediante l’utilizzo delle reti telematiche, appositi programmi informatici per l’acquisizione dei dati necessari per l’elaborazione della proposta fiscale. Per il primo anno di applicazione, i programmi informatici sono resi disponibili entro il mese di aprile. L’adesione al concordato biennale non esclude i contribuenti interessati agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi e alla comunicazione dei dati mediante la presentazione dei vari modelli. Questo può essere rinnovato quando scadono i due anni, a scelta del contribuente, come può decadere prima della fine del periodo perchè intervengono degli accertamenti fiscali, a seguito della modifica o dell’integrazione della dichiarazione dei redditi o a causa dell’omesso versamento delle imposte dovute. Nel caso in cui si dovessero realizzati maggiori o minori redditi, rispetto a quelli oggetto del concordato, questi non rilevano alla determinazione delle imposte sui redditi. Resta comunque la possibilità per il contribuente di versare comunque i contributi sulla parte eccedente il reddito concordato. In caso di minori entrati, superiori al 60%, rispetto a quanto accordato, il concordato termina.