Economia
July 08 2019
Tre anni per arrivare alla riduzione della pressione fiscale sul ceto medio. A partire dal 2020 la flat taxverrebbe progressivamente introdotta per portare i redditi compresi tra i 35.000 e i 50.000 euro a pagare un'aliquota del 15% invece che del 24% come è ora. Si tratta di una taglio quasi del 50% della pressione fiscale che cambierebbe la vita a 3 milioni di italiani (e non solo).
A questa e altre ipotesi stanno lavorando i tecnici del Mef intorno a un tavolo tecnico aperto al Ministero dell'Economia per affrontare il nodo centrale del programma di Governo ovvero il taglio delle tasse.
A parlare delle prime conclusioni circa la possibilità di dar sostanza alla flat tax è stato il sottosegretario leghista all'economia Massimo Bitonci che, in un'intervista al Messaggero, ha parlato di "piano triennale" volto a "Ridurre il carico fiscale sul ceto medio, attraverso la flat tax, in quella fascia di contribuenti che galleggia tra 15 e 50 mila euro".
"Si tratta - ha spiegato Bitonci - di circa 18 milioni di soggetti e al loro interno c’è una fascia di 3 milioni di individui, tra 35 e 50 mila euro, che paga un'aliquota media del 24,9%. È evidente che la flat tax, che noi immaginiamo al 15%, deve poter incidere su queste tipologie di contribuenti".
Non solo: il provvedimento, così come teorizzato, andrebbe ad alleviare la pressione fiscale anche dei contribuenti che ora pagano un'aliquota compresa tra il 16 e il 17% ovvero coloro che percepiscono un reddito annuo compreso tra i 15 e 35.000 euro e questo amplierebbe la forbice dei cittadini che trarrebbero beneficio dal taglio fiscale.
In un primo momento la flat taxverrebbe applicata solo sul reddito individuale, quindi sull'Irpef, ma è già allo studio l'ipotesi d'introdurre un quozionte famigliare che tenga conto dell'intero nucleo.
Il sottosegretario leghista ammette che il nodo delle coperture non è d'immediata soluzione, ma anche in questo senso i tecnici sono a lavoro per trovare le risorse economiche necessarie a mettere in pratica la flat tax. Si sta pensando al riordino di alcune agevolazioni e senza peraltro toccare quelle più sensibili come le spese mediche o le detrazioni da lavoro dipendente.
Sul fronte imprese, invece, la proposta leghista, concluce Bitonci, è di andare "Verso una ulteriore riduzione dell’Ires, che è già scesa dal 27 al 24%. Il traguardo finale è portare l’aliquota al 20% entro il 2021".