Economia
January 15 2018
“Diteci dove trovare decine di miliardi”. E’ l’interrogativo che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha rivolto agli esponenti del centrodestra parlando della loro principale proposta elettorale: l’introduzione della flat tax, un’imposta sui redditi che sostituirebbe l’attuale irpef e avrebbe una sola aliquota non più alta del 25%.
Introdurre la flat tax comporta una riduzione delle entrate fiscali per lo Stato e, proprio per questa ragione, Padoan ha invitato il centrodestra a scrivere nero su bianco quali possono essere le coperture da trovare. Tuttavia, a ben guardare, ancor prima che iniziasse la campagna per le elezioni 2018, a scrivere nero su bianco dove trovare i soldi ci ha pensato l’Istituto Bruno Leoni (Ibl), noto think thank di ispirazione liberale che ha presentato da tempo una sua proposta per introdurre in Italia la flat tax.
La proposta dell’Ibl, che è un progetto di massima suscettibile di modifiche, prevede innanzitutto l’abolizione di una serie di imposte importanti come l’irap, le addizionali comunali e regionali, l’imu e la tasi. Contemporaneamente, però, vi sarebbe l’innalzamento al 25% dell’aliquota dell’iva (oggi al 22%) e dell’ires (l’imposta sui redditi societari, che attualmente è fissata al 24%). Il prelievo del 25%, sempre secondo la proposta dell’Ibl, dovrebbe essere applicato anche alle imposte sulle rendite finanziarie (oggi al 26%) e ai redditi da affitto, che attualmente sono riportati nella dichiarazione dei redditi (e assoggettati all’irpef) oppure vengono tassati con la cedolare secca del 21%.
Mettendo l’aliquota unica al posto della vecchia irpef, abolendo l’irap, l’imu e le altre imposte, verrebbero a mancare nelle casse dello stato oltre 130 miliardi di euro, compensati però da più di 40 miliardi di maggiori entrate, derivanti dall’aumento dell’iva e dalla reintroduzione di un contributo al servizio sanitario nazionale per finanziare la spesa per l’assistenza. Tirando le somme, la flat tax ideata dall’Istituto Bruno Leoni avrebbe bisogno di una copertura di costi per circa 90 miliardi di euro.
Dove si possono trovare i soldi? Gli analisti dell’Ibl hanno individuato innanzitutto quasi 30 miliardi di potenziali risparmi derivanti dalla spending review, cioè dai tagli alla spesa pubblica corrente, quella legata alle forniture ordinarie della pubblica amministrazione che possono essere rese più efficienti.
Infine arriva il capitolo più delicato, cioè i necessari tagli alle prestazioni sociali. Su questo fronte, è prevista una sforbiciata a molte prestazioni pensionistiche per gli invalidi civili, per i non udenti, per i trattamenti al minimo o i reduci di guerra e i loro eredi. Il tutto accompagnato però dall’introduzione di un nuovo trattamento universale di contrasto alla povertà: una sorta minimo vitale per i più poveri che somiglia al reddito di dignità di cui parla oggi anche il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi.