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September 27 2018
Punta a riavvicinare i giovani alla tv pubblica dando vita a una Rai "rock". E si ripromette anche di rilanciare il web, molto indietro rispetto alla popolarità dei siti delle tv pubbliche internazionali.
Tra tutti i suoi propositi, il rinnovamento del pubblico e dell’online sono i soli due punti che non sono stati contestati dal Pd, dal'Usigrai e dalla Fnsi a Marcello Foa, con una raffica di comunicati inferociti che stanno contribuendo a renderlo il presidente della Rai dei record.
Oltre ad essere l’unico eletto al secondo round (il 26 settembre con 27 voti su 40 e un’alleanza M5S-Lega-Forza Italia, dopo la fumata nera di agosto in Commissione di Vigilanza, quando mancarono i voti di FI), è infatti anche quello che, già prima di presiedere la sua prima riunione del Cda, ha accumulato, oltre alle dichiarazioni di illegittimità della sua nomina (e la richiesta del Pd, respinta al mittente dal presidente della Commissione di Vigilanza Alberto Barachini, di controllare la validità delle schede di voto) un numero record di accuse varie: violazioni di leggi, di sentenze della corte Costituzionali, arroganza politica e via puntando il dito.
Tutto nasce dalla sua prima intervista da presidente, rilasciata al Corriere della Sera. All’Usigrai e alla Fnsi non sono piaciuti vari punti, in primis che Foa abbia detto di aver avuto un "mandato ampio e fiduciario dal governo" quando la fiducia in lui spetta al cda e al Parlamento. E il Pd di Michele Anzaldi, da parte sua, ha sparato ad alzo zero quando Foa ha detto di voler "portare aria fresca in Rai" cambiando i direttori, per ottemperare al mandato. Apriti cielo. Per legge è l’ad Fabrizio Salini (che dal suo insediamento non ha ancora rilasciato alcuna intervista) a proporre i nomi per le varie direzioni.
Foa punterebbe comunque a "non guardare alle casacche politiche ma alla meritocrazia". Se l’opposizione è scatenata, il neopresidente è difeso dalla maggioranza, a cominciare da Gianluigi Paragone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Vigilanza Rai. "Marcello Foa è stato eletto presidente della Rai, il Pd se ne faccia una ragione e voltiamo pagina. Per quanto tempo dovremo assistere ancora al canto del cigno?".
Nella sua prima riunione del Cda da presidente, Foa e consiglieri hanno approvato su proposta dell’ad Salini la nomina di Alessandro Casarin (area Lega) a direttore ad interim della Testata Giornalistica Regionale, dopo le dimissioni di Vincenzo Morgante, passato a Tv2000.
Alle altre pesanti direzioni si procederà nelle prossime settimane. In pista per il Tg1 c’è Gennaro Sangiuliano (area Lega) con l’alternativa grillina di Alberto Matano o Franco Di Mare; per il Tg2 si parla di Luciano Ghelfi, ma avrebbe chance anche Giuseppe Carboni; per il Tg3 si annuncia la conferma di Luca Mazzà o o dell'arrivo di Gianluca Foschi da La7.
Per quanto riguarda le reti per Rai 1 si fa il nome di Marcello Ciannamea, per Rai 2 di Maria Pia Ammirati, mentre a Rai 3 potrebbe restare Stefano Coletta.
Una poltrona dovrebbe essere sicura anche per Carlo Freccero.