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January 24 2018
Ricercatori della Università della Pennsylvania hanno annunciato che stanno per effettuare il primo test sull'uomo per distruggere le cellule tumorali tramite un trattamento che combina l'immunoterapia con la terapia genica.
Il trial clinico partirà a breve e coinvolgerà diciotto persone affette da tre tipi di tumore: mieloma multiplo, sarcoma e melanoma. È un punto di svolta importantissimo nella battaglia contro il cancro, perché permetterà di sperimentare su pazienti veri un nuovo approccio per sconfiggere queste forme neoplastiche, che ha dato ottimi risultati, ma verificati finora solo in laboratorio su campioni in vitro.
Si tratta del gene editing conosciuto come CRISP, una tecnica di ?taglia e cuci? del filamento di DNA umano che consente di modificarlo per sopprimere alcuni geni o inserire delle nuove sequenze create appositamente per uno scopo ben preciso.
In questo caso gli scienziati useranno le "forbici molecolari" CRISP per eliminare due geni dal DNA dei linfociti T, cellule del sangue del nostro sistema immunitario, quello che ci difende da germi e batteri, per renderle in grado di meglioattaccare ed eliminare le formazioni tumorali, proprio come se fossero delle infezioni da sopprimere.
L'idea di usare le difese insite nel nostro corpo per combattere il cancro non è nuova: già si impiegano infusioni di anticorpi monoclonali con lo scopo di stimolare il sistema immunitario a riconoscere come pericolose le cellule tumorali e quindi annientarle.
L'immunoterapia, questo il nome del trattamento, si sta rivelando sempre più efficace, prolungando la sopravvivenza in chi è colpito da tumori maligni particolarmente aggressivi, come il carcinoma del polmone, e, in alcuni casi, induce la completa remissione della neoplasia.
Grazie a questa nuova metodologia di modifica del DNA si potrà utilizzare l'immunoterapia senza il bisogno di assumere farmaci per indirizzare il nostro sistema difensivo a eliminare le cellule tumorali.
Infatti, uno dei geni che le forbici molecolari vanno ad eliminare nei linfociti T controlla il recettore della proteina PD-1: questa, quando si attiva sulle cellule maligne, invia segnali al sistema immunitario per ?frenarlo? ad agire contro di loro. Gli anticorpi monoclonali funzionano bloccando questo recettore: ma ?tagliando? direttamente la sequenza di DNA che lo produce, allora non è più necessario infondere farmaci per questo scopo.
In altre parole, la proteina PD-1, che le cellule tumorali usano per confondere il sistema immunitario e quindi per non farsi aggredire, non ha più l'effetto di nasconderle ai linfociti T, perché questi sono stati privati del recettore per captare i loro "menzonieri" messaggi che è come se dicessero: "Ehi, lasciateci in pace, siamo innocue" (mentre invece non lo sono). E quindi possono scatenarsi contro di loro.
Un'altra modifica applicata alle cellule del sangue con la CRISP consiste nel tagliare anche il recettore che normalmente usano per individuare alcuni germi e tessuti infiammati e sostituirlo con uno creato in laboratorio e appositamente programmato per indirizzarle contro le cellule di specifici tumori.
La procedura completa si compone quindi di tre passaggi: prelevare il sangue dai pazienti, modificare le sue cellule T in laboratorio come sopra descritto e reinfonderlo nel malato stesso.
Questo metodo è più sicuro rispetto all'impiego della CRISP direttamente nel sangue del paziente perché ?in questo modo si evita la risposta immunitaria dovuta all'iniezione nel flusso sanguigno delle forbici molecolari? spiegano i ricercatori. In sintesi, si pratica un'autotrasfusione con cellule geneticamente modificate.
Anche in Cina sono in corso sperimentazioni sull'uomo con la CRISP per riprogrammare il sistema immunitario contro il cancro e l'EMA (l'agenzia europea dei medicinali) darà il via libera entro la fine di quest'anno a trial clinici anche nel nostro continente: in questo caso le forbici molecolari saranno usate, sempre con la tecnica dell'autotrasfusione, per cercare di curare la talassemia beta, una malattia del sangue ereditaria che comporta gravi anemie. Insomma, nel futuro della medicina si prospetta sempre più l'impiego delle terapie con geni modificati.