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November 28 2017
Quando Donald Trump usa i social, prende in mano il telefono, o si muove per un incontro ufficiale il mondo della diplomazia (e non solo) inizia a tremare. Le uscite (verbali) del presidente statunitense non finiscono mai di sorprendere.
Aveva iniziato in campagna elettorale e non ha mai smesso. E poiché non si arrende, le sue sparate si sono moltiplicate. L'ultima risale all'incontro del 27 novembre alla Casa Bianca con alcuni rappresentanti Navajo. Per l'occasione ha rispolverato una battuta della battaglia elettorale, quando ha chiamato "Pocahontas" la senatrice democratica del Massachussets Elizabeth Warren, alludendo alle origini native americane della Warren.
Di fronte ai nativi, Trump ha affermato: "Abbiamo un esponente al Congresso che dicono era qui tanto tempo fa. La chiamano Pocahontas". Pronta la replica della Warren: "È un peccato che il presidente non riesca a ospitare una cerimonia senza dover ricorrere a commenti a sfondo razziale".
Ecco tutte le gaffe del presidente Trump.
A febbraio, durante uno dei suoi comizi, ha citato gli attentati avvenuti a Bruxelles, Nizza, Parigi. E poi in Svezia.
"Guardate cos'è successo in Svezia ieri sera... Chi poteva immaginarlo? Stanno avendo problemi che non avrebbero mai pensato di avere", ha detto Trump.
A questo punto non pago, visto ciò che aveva scatenato via social, tra battute ironiche e incredulità sconcertata ha dichiarato ancora via Twitter: "La mia dichiarazione su quanto accaduto in Svezia - si è difeso più tardi il presidente USA - faceva riferimento a una storia trasmessa da Fox News riguardante gli immigrati e la Svezia".
Il presidente evidentemente fa riferimento a un servizio di Fox News, la sua rete televisiva preferita, su un documentario sulle presunte violenze dei rifugiati in Svezia.
"C'è stato un aumento della violenza con armi da fuoco e delle violenze sessuali in Svezia da quando è stata adottata la politica delle porte aperte" ai rifugiati, ha detto Ami Horowitz, l'autore del documentario di cui Fox ha trasmesso degli estratti, riferendosi alla decisione di aprire le porte a un maggior numero di rifugiati assunta dalla Svezia.
Secondo la trascrizione - ottenuta dalla Associated Press - di una telefonata tra Trump e il leader messicano Enrique Peña Nieto, avvenuta a poche ore dal decreto della Casa Bianca per la costruzione del muro tra gli Usa e il Messico, il presidente americano ha detto:
"Non state facendo abbastanza per fermarli. Penso che i vostri soldati abbiano paura. I nostri no, potrei inviarli laggiù".
Dalla Casa Bianca nessun commento. Ricostruzione invece smentita dal ministero degli Esteri messicano che ha sottilineato quanto ci sia la volontà da ambo le parti di continuare a lavorare e incontrarsi per giungere ad un'intesa positiva. Trump, dal canto suo, avrebbe trovato tempo per vantarsi con i suoi interlocutori delle dimensioni del suo successo elettorale e della folla alla sua inaugurazione.
Si è sentito maltrattare al telefono l'alleato australiano Malcolm Turnbull con l'accusa di voler esportare negli Stati Uniti terroristi come gli attentatori della maratona di Boston. Il Post ha pubblicato queste indiscrezioni del colloquio fornitegli da una fonte diretta dell'amministrazione, che avrebbe descritto Trump e le sue reazioni contro la posizione di Turnbull colpevole di aver chiesto di rispettare l'accordo secondo cui gli Usa dovrebbero accogliere 1.250 rifugiati su 2.500 al momento sistemati in alcuni centri australiani. Accusando Tunebull di voler esportare negli Usa il "prossimo attentatore di Boston", riferendosi alle bombe contro la maratona ha aggiunto:
"È la peggiore intesa del mondo", avrebbe tagliato corto Trump, definendo la telefonata col premier australiano "di gran lunga la peggiore della giornata", riattaccando in faccia al primo ministro dopo soli 25 minuti su un'ora prevista.
Ha seminato incertezza nei rapporti già tesi tra Usa e Medio Oriente concentrando in un tweet accuse durissime al paese di Rohani e minacciandolo, in modo ufficiale, dopo il test missilistico effettuato nei giorni scorsi con il lancio di un vettore a medio raggio.
Una presa di posizione da pare dell'Iran che ha portato alla presentazione al Congresso americano di un disegno di legge con nuove sanzioni e accuse di supporto al terrorismo, oltre che alla violazione dei diritti umani. "L'Iran sta giocando con il fuoco" ha scrittitto Trump per poi bollare la passata gestione Obama.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha quidi twittato l'accordo sul nucleare come "il peggiore possibile" firmato dall’ex amministrazione americana.
Iran is playing with fire - they don#39;t appreciate how;kind; President Obama was to them. Not me!
; Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 febbraio 2017
Iran has been formally PUT ON NOTICE for firing a ballistic missile.Should have been thankful for the terrible deal the U.S. made with them!
; Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 2 febbraio 2017