Dal Mondo
November 20 2023
L'ultraliberista di destra Javier Milei è stato eletto presidente dell'Argentina. Con il 99,26% dei voti scrutinati, Milei, ha ottenuto il 55,69% dei consensi, quasi 12 punti in più del rivale al ballottaggio, il peronista Sergio Massa, che ha totalizzato il 44,31%.
Negli ultimi anni, molti giovani si sono uniti al movimento libertario, che supporta il voto di protesta al fine di superare la crisi economica e sociale. Ammiratore dichiarato di Donald Trump e Jair Bolsonaro, Milei è contrario all'aborto, è favorevole alle armi, ha giurato di tagliare i legami con i principali partner commerciali dell'Argentina, Cina e Brasile, ha messo in dubbio il bilancio delle vittime della brutale dittatura argentina e sostiene che gli esseri umani non sono responsabili del cambiamento climatico. Aveva persino attaccato il Papa con una raffica di epiteti feroci per i suoi richiami alla giustizia sociale e al dovere di prendersi cura dei più fragili.
Ciò che spaventa e inquieta il Paese sono alcune frasi pronunciate pubblicamente da questo personaggio e che fanno sorgere domande e dubbi in merito alla sua lucidità. Vediamone alcune.
Milei afferma di essere un anarcocapitalista e sostiene l’abolizione dello Stato, che considera il male puro.
In un'intervista, Milei ha portato la logica dell'anarco-capitalismo all’estremo, ispirandosi a Rothbard, libertario americano autore di diverse opere tra cui Il Manifesto Libertario del 1973. Inoltre, non ha escluso la possibilità (futura) di commercializzare i bambini.
«Dovremmo informare l’idiota di Roma che l’invidia, che è il fondamento della giustizia sociale, è un peccato cardinale», ha continuato Milei riferendosi a Papa Francesco.
Milei ha fatto dell’antiprogressismo il suo marchio di fabbrica. In risposta ai vari problemi ambientali, la sua soluzione è sempre la stessa: la privatizzazione.
Riassume così Milei la sua visione di Stato: per lui, le tasse sono un retaggio della schiavitù e l’evasione fiscale dovrebbe essere considerata un diritto umano.
Milei evoca il periodo di stabilità del governo peronista di Carlos Menem, durato dal 1989 al 1999, che ha privatizzato gran parte del patrimonio nazionale. La dollarizzazione proposta da Milei era infatti già stata suggerita da Menem durante le elezioni del 2003.
Milei ha detto in un'intervista di essere “ossessionato” dalla Banca centrale, che considera responsabile dell’impennata dell’inflazione in Argentina.
Milei ha ripreso lo slogan «Che se ne vadano tutti, che non ne rimanga nessuno» (Que se vayan todos), cantato durante gli eventi del dicembre 2001, durante la grande crisi economica e sociale che colpì il Paese. In occasione di un festival otaku nel 2019, dove Milei, vestito come il generale AnCap ha pronunciato la suddetta frase, vestito da supereroe con mantello, maschera e tridente.