Italia
September 23 2022
Finisce l’estate e si trascina dietro un carico di nostalgia e malinconia: ricordi di quello che è stato, rimpianti di ciò che non si è fatto o si poteva fare meglio, ancora, di più. Una stagione, però, è solo una convenzione del calendario, un cappello messo addosso a un certo tipo di clima. Che in alcune zone d’Italia resta ancorato al passato, meravigliosamente caldo, non troppo né appena, abbastanza per prendere il sole in costume, nuotare, camminare con le maniche corte con addosso un senso di libertà. L’abito mentale da vacanza.
È il caso di Chia, nel sud quasi estremo della Sardegna, a un’ora scarsa dall’aeroporto di Cagliari con il mezzo privato, qualcosa in più se ci si affida a quello pubblico (decisamente più economico) che i locali promettono essere puntuale e affidabile. E dando per scontato che anche le previsioni meteo lo siano, sono attesi picchi di 24 gradi per buona parte di ottobre, con precipitazioni minime o quasi nulle. Un incentivo per dimenticarsi dell’autunno e concedersi una fuga in Sardegna, per un fine settimana o, se si può, anche di più.
Le strutture ricettive assecondano questa voglia d’evasione nell’isola rimanendo a disposizione degli ospiti italiani e internazionali. È il caso del Conrad Chia Laguna Sardinia, una delle novità più lussuose dell’area, che ha riaperto lo scorso aprile dopo un’attenta ristrutturazione e per tutto ottobre continuerà a viziare i suoi clienti con un servizio attento, un’ottima cucina e spazi panoramici che lasciano il cuore contento.
Perché la principale attrattiva di Chia sono i suoi paesaggi ricchi di natura, i colori cangianti nei vari momenti della giornata, la luce piena del giorno, il silenzio totale della notte, quando lo sguardo è rapito dal tappeto di stelle che brillano nel cielo. Una stereotipia da cartolina pienamente realizzata in questo angolo d’isola preservato dall’urbanizzazione, in cui il mare si scorge fin da lontanissimo e ci si sente quasi intrusi, privilegiati osservatori di curiose forme di vita.
Già l’indirizzo del resort è tutto un programma: davanti al cancello si apre la via dei Fenicotteri, che lo è di nome e di fatto. Dall’altra parte della strada, ecco la laguna piena di questi splendidi animali, che passano la loro giornata a vagare pigri a pelo d’acqua o con la testa immersa nella sabbia, a scavare con il becco in cerca di tesori e nutrimento. Il loro habitat è protetto da un fitto canneto, ma presenta varie aperture da cui spiarli. Senza avvicinarsi troppo, si lasciano fotografare, sebbene ascoltare le loro chiacchiere, intuire le sfumature delle penne, è un rapimento dei sensi che nessuna macchina potrà cogliere in pieno.
Superato il nido di taglia extra large dei fenicotteri, si spalanca la vera attrattiva di Chia: un mare così trasparente da sembrare assente. Da apparire finto, per quanto è pulito. Ancora, qualunque foto è un’ingiustizia, un insulto alle leggere tonalità di blu che non nascondono il fondale, concedono alla vista la sua immensità.
È una benedizione, perché così si può sgusciare via non appena si scorge una medusa, effetto collaterale di tanta diafana pulizia dell’acqua. E pure i pescetti sono dispettosi, danno piccoli morsi innocui, a meno che non si abbia qualche pellicina di troppo, ed ecco che ci vanno giù pesante. In caso, meglio applicarsi un cerotto.
Gli ospiti del Conrad Chia Laguna Sardinia, che fa parte del Chia Laguna Resort gestito da Italian Hospitality Collection, hanno a disposizione – gratuitamente – due tratti di spiaggia attrezzata con ombrelloni e lettini, entrambe facilmente raggiungibili dalla strada principale o scalando due piccole montagnole con dei sentieri minimi, non troppo proibitivi. I locali si lanciano in verticale con le ciabatte, tenendo borse e ombrelloni sottobraccio, portarsi delle scarpe renderà alla gente di città l’impresa meno impossibile.
Una delle spiagge ha tutti i servizi di serie, dal bar al ristorante, l’altra è più wild. Il consiglio è non perdersi la seconda, perché una lunga striscia di sabbia conduce a una collinetta con in cima una torretta di avvistamento, visitabile, che risale al 1578. Di nuovo si aprono due opzioni: prendere un comodo sentiero oppure arrivarci lato mare e, a un tratto, inerpicarsi in un varco scavato tra alberi, rami e altre sterpaglie. Per chi cerca l’avventura, qualche attimo di brivido è assicurato.
L’escursione obbligatoria è al tramonto, fino a Capo Spartivento: proprio davanti a un faro, trasformato in un lussuoso hotel, il sole si tuffa lentamente dentro il mare, tra scogli e rocce che prendono le sembianze di un paesaggio lunare, quasi extraterrestre.
Un’avvertenza: per arrivarci dalla laguna dei fenicotteri, serve camminare per una quarantina di minuti procedendo a passo spedito. Ebbene, sarebbe un peccato non fermarsi ogni tanto lungo il tragitto, circondato da calette, spiagge e altri splendidi angoli di costa. Meglio prendersi più tempo. Al ritorno, invece, conviene sbrigarsi o avere il cellulare carico e usarlo come torcia: buona parte della strada non è illuminata, almeno finché non sorge una luna immensa che rischiara i dintorni di un pallore sublime.
Dopo tanto girovagare, scalare, esplorare, è giusto concedersi un po’ di relax per non tornare a casa più stanchi di prima. L’hotel offre varie tipologie di camere, incluse suite con giardino privato che guardano le proprie imprese diurne, verso il mare, laggiù fino alla torretta. Il pezzo forte è la spa, con un percorso di piscine interne ed esterne di varia temperatura. Un massaggio dell’acqua, all’aperto, in costume, mentre il mondo altrove si copre per l’autunno è una rivincita contro la fuga del tempo. La prova che, almeno a Chia, l’estate non è ancora finita.