Fuga da Reuma Park: Aldo, Giovanni e Giacomo in ospizio. 5 cose da sapere
Aldo, Giovanni e Giacomo festeggiano 25 anni di vita artistica insieme con Fuga da Reuma Park, commedia natalizia al cinema dal 15 dicembre in 600 copie distribuita da Medusa.
Non sono più giovanissimi e infatti la vecchiaia - che però non toglie la voglia di rimettersi in gioco - è l'ingrediente ironico di questo film surreale, che ha il sapore di amarcord quasi nostalgico e allegra autocelebrazione, e ripercorre i personaggi che hanno fatto la fortuna del trio. Appoggiandosi però a una trama esile, la comicità dei tre amatissimi è un po' spuntata, ma probabilmente riuscirà a solleticare i sorrisi dei loro più fedeli fan.
Ritmo e verve latitano, per farsi sentirsi forti e bagnati da entusiamo quando Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti salgono su un palco teatrale...
Ecco 5 cose da sapere su Fuga da ReumaPark:
1) Amarcord geriatrico
Aldo è ormai un vecchietto che i suoi figli gemelli omozigoti (Ficarra e Picone) depositano in un ospizio milanese alquanto particolare: un luna park sottoposto a un regime autoritario e intimidatorio, diretto dall'infermiera russa over size Ludmilla (Silvana Fallisi). "Ho il senso di abbandono, come in colonia", dice lui. "Solo che nessuno ti riviene a prendere", è la replica.
È qui che Aldo ritrova prima Giovanni, ormai incontinente ("marco il territorio", si giustifica lui), e quindi Giacomo, ridotto in sedia a rotelle. Insieme si mettono a rievocare il passato ed ecco che si rincorrono citazioni a loro film, estratti del loro spettacolo teatrale per festeggiare i 25 anni di trio (The best of Aldo Giovanni e Giacomo – Live 2016), siparietti coi loro personaggi più famosi, a volte inseriti in maniera poco organica e fluida all'interno della narrazione.
Ma il trio si ribella al tramontare incolore in quel parco giochi castrante e sbiadito (e si ribella così anche a un'ipotetica morte artistica?). E progetta una fuga verso Rio de Janeiro.
Co-sceneggiatori e co-registi, Aldo, Giovanni e Giacomo collaborano ancora con Morgan Bertacca, con cui avevano lavorato anche per Il ricco, il povero e il maggiordomo (2014).
2) Luna park "lager"
L'idea del luna park "lager" è davvero ingegnosa. Il calcinculo diventa una trappola da cui è impossibile scendere, la casa dell'orrore non ha mai visto qualcuno entrarne e poi uscirne. La location non poteva essere più adatta: lo storico luna park permanente dell'Idroscalo, alle porte di Milano, una struttura alquanto insolita e quasi inquietante collocata al defluire di strade trafficate e alle spalle di binari e container (l'idea di campo lager ritorna).
Questa trovata acutissima non viene però sostenuta dallo sviluppo del film, che mancando di una storia strutturata risulta sfilacciato.
Attaccati alla loro Milano, Aldo, Giovanni e Giacomo concedono alla città anche riprese notturne in una piazza Duomo magnificamente deserta e per le belle vie del centro, fino a un lento allontanarsi in barca lungo i Navigli.
3) Comicità vecchio stile e autocelebrazione
Fuga da Reuma Park è un film che vuole essere soprattutto una festa. Che celebra il 25° anniversario di carriera del trio e la loro comicità vecchio stile. "Sono passati 25 anni ma non noi siamo cambiati affatto, abbiamo sempre la stessa impronta comica", ha detto Giovanni. "Le citazioni dei nostri spettacoli teatrali che sono nel film fanno parte della nostra storia".
Fuga da Reuma Park è la terza tappa di un anno di celebrazioni, iniziato con il tour sold out nei palazzetti dello sport, dove i tre hanno riproposto gli sketch più amati dal pubblico, e libro Tre uomini e una vita uscito l'8 novembre.
"Il segreto della nostra lunga intesa artistica?", spiega Giacomo. "Abbiamo litigato tante volte, ma abbiamo sempre avuto la sensatezza di fare un passo indietro e pensare che l'altro potesse avere ragione". Aldo gli fa eco: "Il nostro segreto? Cercare insieme delle storie e, dopo tanti anni, avere un profondo rispetto gli uni degli altri".
4) A teatro il trio sale in cattedra
I momenti più esilaranti di Fuga da Reuma Park? Gli estratti dallo spettacolo The best of Aldo Giovanni e Giacomo – Live 2016 (che tra l'altro è stato campione di incassi in Italia, secondo solo al musical Notre Dame de Paris di Cocciante secondo i dati Siae). Lo sketch-cult di Pdor, figlio di Kmer, è un bagno di risate. È lì a ricordarci che è soprattutto sul palco che il trio sa dare il meglio di sé e centra ritmo spumeggiante e sintonia di toni e incastri da applausi. Al cinema, dopo i primi film divertenti e azzeccati, ultimamente è meno convincente, anche se sempre testimone di una comicità aggraziata e dinamica che ogni tanto sa ancora regalare perle.
Un altro momento topico? La sosta al passaggio a livello, con Aldo, Giovanni e Giacomo che si ripropongono rispettivamente struzzo, cammello e condor.
5) Canzone finale
A chiudere Fuga da Reuma Park c'è la canzone dal sound accattivante A Copacabana, un brano originale a ritmo di samba che scopre le doti canore di Giovanni Storti. "Quando Mauro Pagani (l'autore della colonna sonora, ndr) ci ha fatto sentire il pezzo per la prima volta era cantato da lui", racconta il trio. "Era una prova, bisognava trovare un interprete. Giovanni si è proposto, chiaramente per fare una battuta visto che non è un cantante, ma è stato preso subito sul serio: dallo scherzo alla sala di registrazione".
Se Giovanni è il cantante, Aldo e Giacomo sono i coristi: "Abbiamo pensato, bello far fare tutta la fatica a Giovanni, ma il ritornello facciamolo insieme".
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