Fukushima: abbandono e rivincita della natura

Arkadiusz Podniesinski/Olycom
Fukushima, Giappone, settembre 2015. La classe di una scuola, dove sulla lavagna si leggono scritte lasciate da ex residenti, studenti e lavoratori per cercare di mantenere alto il morale di tutte le vittime. Tra esse: "Ce la possiamo fare, Fukushima". Sotto la lavagna un segno indica il livello dell'acqua dopo lo tsunami.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una motocicletta abbandonata accanto a un lampione e "divorata" dalla vegetazione
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. L'interno di un supermercato abbandonato, con i prodotti lasciati sul pavimento.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una catasta di paraurti coperti dalla vegetazione.
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AFukushima, Giappone, settembre 2015. Un pianoforte e altri strumenti musicali sul pavimento di un edificio abbandonato.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Auto abbandonate "divorate" dalla vegetazione, in una fotografia aerea realizzata da un drone.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Le casse di un supermercato dove la merce, fatta cadere dalle scosse sismiche, giace abbandonata sul pavimento.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una discarica di sacchi di terreno radioattivo collocata su terreni arabili. Per risparmiare spazio sono accatastati a strati uno sull'altro.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Il tavolo apparecchiato in un ristorante abbandonato.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Sono circa 360 i bovini di proprietà di Masami Yoshizawa, che di recente è tornato alla sua fattoria dopo il disastro nucleare. Le crepe el terreno sono state causate dal terremoto.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Un rilevatore di radiazioni indica un livello di 6,7 µSv/h (Micro Sievert in un'ora).
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. In una foto aerea scattata da un drone, una discarica di sacchi di terreno radioattivo collocata su terreni arabili. Per risparmiare spazio sono accatastati a strati uno sull'altro.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una catasta di televisori e schermi contaminati.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Dei go kart allineati e pronti alla corsa.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una sala giochi un tempo brulicante di persone e ora tristemente vuota.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Computer abbandonati coperti di polvere.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Centinaia di volumi abbandonati sul pavimento di una libreria.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Degli operai ripuliscono l'esterno di una casa per consentire ai residenti di tornare ad abitarvi.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una voragine causata dal terremoto nel pavimento di una scuola superiore abbandonata.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Una discarica di sacchi di terreno radioattivo collocata su terreni arabili. Per risparmiare spazio sono accatastati a strati uno sull'altro.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Non molto tempo dopo l'incidente nucleare, sul manto delle mucche dell'area sono comparse misteriose macchie bianche. Il proprietario di una fattoria sospetta che dipenda dal fatto che le mucche hanno mangiato erba contaminata. Sta cercando di pubblicizzare il caso, è in contatto con i media e protesta sistematicamente di fronte al Parlamento del Giappone, anche portando con se uno dei suoi animali. Purtroppo, oltre a un sostegno finanziario e a regolari analisi del sangue dei bovini, nessuno è stato disposto a finanziate indagini più approfondite.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Il signor Kouchi Nozawa, che con la moglie Youko vive in un'abitazione temporanea fuori dalla zona contaminata.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Biciclette abbandonate e coperte di polvere.
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Fukushima, Giappone, settembre 2015. Il fotografo Arkadiusz Podniesinski vestito con una tuta protettiva.

Abbandonata immediatamente dopo il disastro nucleare dell'11 marzo 2011, causato dal terremoto e dal conseguente tsunami, quest'area di Fukushima, in Giappone, denominata "zona di alienazione" (Exclusion Zone), è da allora rimasta disabitata.

Dopo il più grande incidente nucleare della storia dopo Chernobyl, oltre 150.000 persone furono costrette a abbandonare la propria abitazione. Di queste 120.000 sono ancora oggi sfollate. Una rete di città e villaggi che un tempo pullulava di vita è oggi desolata in maniera inquietante.

Il fotografo polacco Arkadiusz Podniesinski si è avventurato in questa zona contaminata, del raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare, realizzando un reportage sull'abbandono che vi domina. La natura ha preso qui lentamente il sopravvento e molte zone sono state "invase" dalla vegetazione o dalla ragnatele. 

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