Dal Mondo
July 06 2023
Secondo quanto dichiarato ufficialmente dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), l’intenzione del Giappone di rilasciare in mare l'acqua trattata immagazzinata presso la centrale nucleare di Fukushima rientrerebbe pienamente negli standard di sicurezza. Sul sito web dell’Agenzia si legge: in un rapporto presentato oggi a Tokyo dal Direttore Generale Rafael Mariano Grossi al Primo Ministro giapponese Fumio Kishida, l'Aiea ha anche affermato che gli scarichi delle acque avrebbero un impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull'ambiente.E anche che il rapporto è il risultato di quasi due anni di lavoro da parte di un gruppo di lavoro composto da specialisti di alto livello all'interno dell'Agenzia, assistiti da esperti di sicurezza nucleare riconosciuti a livello internazionale provenienti da undici nazioni.L'acqua immagazzinata presso la centrale è stata trattata attraverso un processo definito Advanced Liquid Processing System (Alps) che permette di rimuovere quasi tutta la radioattività, a parte quella derivante dal trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno. Ma prima di scaricarla, il Giappone diluirà questa quantità per portare la concentrazione di trizio al di sotto dei limiti massimi, in accordo con la propria agenzia nucleare, la Nra. Dunque il prossimo mese il Giappone potrebbe iniziare il controverso rilascio di acqua della centrale nucleare di Fukushima Daiichinell’Oceano Pacifico e i funzionari governativi spiegheranno il piano alla preoccupatissima comunità locale e alle nazioni confinanti. Concretamente si tratta di mille grandi serbatoi conservati attorno al luogo della centrale per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate d’acqua, più o meno la quantità che servirebbe per riempire 500 piscine olimpioniche, contaminate dopo l’incidente del 2011 avvenuto a causa di uno tsunami e provenienti dal sistema di raffreddamento di tre reattori danneggiati. Il piano di bonifica e rilascio dell’acqua era stato annunciato nel 2021 e aveva incontrato una feroce resistenza da parte delle nazioni insulari del Pacifico, nonché dalle comunità di pescatori e agricoltori delle Fukushima e dintorni, che temono per le loro fonti di sostentamento. L’accusa nei confronti del governo è quella di voler affrettare eccessivamente il rilascio per poter eseguire altri lavori alla centrale, sottovalutando la pericolosità del trizio, chiedendo rassicurazioni riguardo la diluzione dell’acqua e sulla presenza di personale delle Nazioni Unite per mantenere una presenza continua che si occupi del monitoraggio continuo e la pubblicazione dei dati senza modifiche e censure. Non soltanto: il direttore Aiea Grossi si è recato in Corea del Sud per rassicurare il governo locale e quindi procederà anche in Nuova Zelanda e nelle Isole Cook. A non fidarsi, ovviamente, la Cina, con Pechino che mantiene una delle posizioni più critiche sostenendo che la commissione dell’agenzia “non sia riuscita a riflettere pienamente le opinioni degli esperti che hanno partecipato alla revisione”, lasciando intendere che non si sia voluto approfondire come si sarebbe dovuto. Pechino mediante il suo ministero degli Esteri ha dichiarato. “Esortiamo ancora una volta il Giappone a fermare il suo piano di scarico nell’Oceano e a smaltire seriamente l'acqua contaminata in modo scientifico, sicuro e trasparente, se il Giappone insiste dovrà sopportare tutte le conseguenze che ne deriveranno”. La Corea del Sud, nel frattempo, attraversol'agenzia di stampa Yonhap, citando un funzionario dell'ufficio del presidente Yoon Suk-yeol ha affermato che pur rispettando il rapporto dell'AIEA, la sua priorità rimane “la salute e la sicurezza del popolo”. Seoul ha vietato tutte le importazioni di prodotti ittici dalle otto prefetture giapponesi vicino a Fukushima nel 2013 e ha reagito all’annuncio del piano che nei prossimi cento giorni effettuerà “un'ispezione senza precedenti” dei prodotti alimentari per garantire che importatori, distributori e rivenditori contrassegnino correttamente la provenienza della merce. Infine, il presidente del Consiglio giapponese Fumio Kishida, ha affermato che il Giappone “continuerà a fornire spiegazioni al popolo giapponese e alla comunità internazionale in modo sincero, basato su prove scientifiche e con un alto livello di trasparenza”.