Industria
October 18 2023
Gli scandali che coinvolgono i metalli industriali stanno diventando un evento comune e sembra che non si stia facendo nulla per impedire che accadano ancora. In realtà, in molti casi, ci troviamo di fronte ad una nuova forma di crimine prodotto da una serie di cause strutturali aggravate dalle interruzioni dei flussi di materie prime derivanti dalla guerra in Ucraina.
Il commercio di materie prime è un'attività con alti volumi e bassi margini dove spesso i commercianti utilizzano il prodotto che stanno negoziando per ottenere finanziamenti per gestire il flusso di cassa. Nel settore dei metalli, tale garanzia è spesso supportata da documenti cartacei: ricevute di magazzino e documenti di spedizione che registrano informazioni come quantità, qualità, proprietà ed ubicazione delle merci. Dati che possono essere falsificati utilizzando materiale fittizio, oppure utilizzando lo stesso carico per garantire più prestiti.
A volte, il metallo viene semplicemente rubato dai magazzini da bande criminali, ma è la minaccia di frode perpetrata dagli addetti ai lavori del settore che desta sconcerto: la fragilità delle reti di stoccaggio e spedizione rimane un problema irrisolto a causa di protocolli di supervisione, conformità e sicurezza inadeguati: più in generale è l’intero sistema di controllo ad apparire ormai obsoleto per il valore che sono destinati ad acquisire sempre di più i metalli.
Giugno 2020, Mercuria, con sede a Ginevra, uno dei più grandi commercianti di materie prime del mondo, acquista rame per un valore di 36 milioni di dollari da un fornitore turco. Ma quando il primo degli otto carichi arriva in un porto cinese, gli ispettori scoprono che il metallo era stato sostituito con pietre senza valore. Il caso, etichettato in Turchia come "la più grande frode commessa nella storia della repubblica turca", evidenziava come la frode fosse stata perpetrata malgrado le misure per proteggere e ispezionare i carichi. Per superare il test di ispezione è bastato che un container venisse dapprima caricato con il metallo e sostituito, dopo l’ispezione, con pietre opportunamente verniciate.
Fare affidamento su sistemi cartacei esattamente come accadeva decine di anni fa significa essere vulnerabili alla manipolazione ed alla criminalità. E’ il caso di Aurubis, il più grande produttore europeo di rame, che ha scoperto che dai suoi magazzini mancava metallo per 185 milioni di euro. Una sospetta collusione tra i fornitori di rottami ed i dipendenti della divisione di campionamento che avrebbero falsato i dati sulle quantità di rame effettivamente ricevute. Le azioni del gruppo sono crollate quando per il mercato è stato evidente che l'industria non fosse all'altezza dei suoi controlli e dei suoi processi di base.
Non sempre si tratta di frodi, a volte il metallo viene semplicemente rapinato dai magazzini da bande criminali, com’è accaduto a gennaio nel porto di San Antonio in Cile dove i rapinatori hanno attaccato i lavoratori e rubato 13 container, dodici dei quali avevano rame della compagnia mineraria statale Codelco per un valore di circa 4,5 milioni di dollari.
Della fragilità delle reti di stoccaggio e spedizione ne è rimasta vittima, all'inizio di quest'anno, Trafigura, il gruppo globale di trading di materie prime, che ha registrato una perdita di 577 milioni di dollari dopo aver scoperto che i 1.100 contenitori di nichel che aveva acquistato non contenevano il metallo. La società ha accusato le società fornitrici come New Alloys Trading e il commerciante Prateek Gupta di Dubai di "falsa dichiarazione e presentazione di documenti falsi" per perpetrare la frode.
Ma la stessa Trafigura è stata messa sotto accusa dal suo finanziatore, Citibank, per gli errori compiuti nel processo di conformità come il mancato controllo del contenuto dei container e della congruenza dei documenti di spedizione e dei certificati di analisi richiesti. Esattamente come pare sia accaduto a marzo al London Metal Exchange (LME) che ha trovato sacchetti pieni di pietre in uno dei suoi magazzini al posto del nichel che avrebbero dovuto contenere.
Il presunto nichel era immagazzinato a Rotterdam in un magazzino gestito da Access World, da poco ceduta da Glencore. Le irregolarità erano evidenti, a partire dall’aspetto più banale: il peso dei sacchi. E’ palese che gli operatori di magazzino non hanno rispettato il rigoroso requisito di pesare tutto il metallo prima che venga immesso nei magazzini approvati della borsa. A seguito della scoperta, l’LME ha chiesto all'operatore del magazzino di condurre un'ispezione, al cui esito sono risultati mancanti nove casse di nichel, pari a 54 tonnellate di materiale per un valore di 1,3 milioni di dollari di proprietà di JPMorgan. Evidente il danno d’immagine, più di quello economico, per il più antico mercato dei metalli al mondo.
Se un cambiamento nel settore del trading di metalli, come l’utilizzo di piattaforme digitali in luogo del cartaceo, è probabile possa portare una significativa riduzione delle grandi frodi questo comunque non impedirà ai ladri comuni di continuare con i loro furti poiché è impossibile fermare quella che è destinata a diventare una “pandemia” di furti di metalli dovuta all’aumento del loro prezzo di mercato. Evidenza confermata dalle statistiche che dicono che nel 2021 i furti di rame hanno raggiunto il livello più alto dal 2013, l'ultima volta che i prezzi del rame sono stati così elevati.
Ed è lecito attendersi che il problema tenda ad aumentare mentre l’Occidente si muove verso un'economia più elettrificata e quindi più dipendente dal rame. Grazie alle sue eccellenti proprietà di conduttività elettrica, il metallo rosso svolge un ruolo fondamentale nella costruzione di fonti di energia rinnovabile che vanno dall'eolico, al solare, ai veicoli elettrici, alle migliaia di chilometri di cavi in rame necessari per rafforzare le reti elettriche.
Ma la stessa sorte riguarda altri metalli come il palladio utilizzato nei convertitori catalitici dei veicoli a benzina, con circa 2-7 grammi per unità, in base al veicolo, mentre il platino, che ha una tolleranza alla temperatura inferiore, viene più frequentemente utilizzato nei veicoli diesel o ibridi (Sara il platino il prossimo collo di bottiglia dell’automotive? - Panorama). Secondo il National Insurance Crime Bureau statunitense i furti di marmitte catalitiche nel paese sono quadruplicati: da 16.660 nel 2020 a 64.701 nel 2022.
Inoltre questi eventi possono interagire tra loro ed autoalimentarsi: si consideri che il primo produttore a livello globale di metalli del gruppo del platino è il Sud Africa dove a fermare l’attività estrattiva nelle miniere spesso sono bande di disperati che, rubando i cavi di rame delle installazioni minerarie, interrompono le operazioni di estrazione per settimane paralizzando le locomotive che portano il minerale in superficie (I Miraggi dell’Evoluzione Tecnologica e i Ladri di Rame | l'Astrolabio (amicidellaterra.it)).
Statistica sui furti di rame e gli arresti eseguiti.
Queste bande, note come "zama zamas", che in Zulu si traduce più o meno in "giocare d'azzardo", attirati dagli alti prezzi del rame scendono, con corde o scale fatte a mano, da buchi scavati in superficie, in profondità nei pozzi marginali, poco sorvegliati, e li saccheggiano per poi vendere il rame sul mercato nero. La più grande compagnia mineraria del settore del platino al mondo, Sibanye-Stillwater, ha registrato 165 furti dall'inizio del 2021, spesso con l’interruzione forzata delle attività estrattive.
Sarà la pervasività dei furti di rame, e la conseguente interruzione delle operazioni minerarie, a definire i futuri costi operativi dell’estrazione e quindi della quotazione del platino. I prezzi sempre più alti del metallo spingeranno coloro che sono in condizioni di povertà a calcolare più il denaro che potrebbero guadagnare vendendo la merce rubata, che il rischio di essere arrestati: i ricettatori pagano tra i 50 e i 250 dollari per un convertitore catalitico e fino a 800 dollari per uno rimosso da un veicolo ibrido.
Sulle attività criminali di più alto livello, come lo scandalo che ha scosso l'LME, l'industria potrà intensificare la sua due diligence e passare alla documentazione digitale, ma lo scambio dipenderà ancora da società di magazzinaggio private, e quindi il rischio di frode e persino di cospirazioni, come nel caso di Aurubis, rimane presente: ritenere che la tecnologia possa risolvere qualsiasi problema è un miraggio intrinseco nel nostro attuale modello.