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November 19 2012
Fumettista, illustratore, pittore, graphic designer, fotografo: chi è Roberto Baldazzini ? E qual è il tuo segreto nel ricoprire e coniugare più vesti professionali contemporaneamente?
Sento di stare attraversando uno “stile”, uno stile personale e di vita. Il lavoro dell'autore di fumetti è quasi paragonabile a quello di un impresario teatrale che allestisce uno spettacolo: avrà bisogno di uno scenografo, un costumista, un tecnico luci, uno sceneggiatore, un regista e degli attori. Raccontare una storia a fumetti è sempre stato così per me: l'organizzazione di un evento straordinario. Dove tutte queste “figure” sono state spesso concentrate su di una sola anche se, a volte, mi sono avvalso anch'io di sceneggiatori e coloristi, aiuto registi e allestitori. Ho fatto tanta fotografia per focalizzare meglio le pieghe di un abito oppure per scoprire prospettive che a occhio nudo non riuscivo a fissare. Ho accolto commissioni che provenivano direttamente e indirettamente da qualificatissimi personaggi della cultura, dell'editoria, del design. Ho dipinto ancor prima di disegnare, c'è un mondo nella pittura. Forse il segreto è ascoltare se stessi e accettare le sfide e il confronto con la vita.
Da Ronnie Fumoso a Beba: in questi anni hai tratteggiato tanti personaggi. A quale sei più legato? Quale ti ha dato più soddisfazioni? Qual è stato quello più difficile da disegnare?
Sento che ogni personaggio che ho creato ha un inizio e una fine. Mi piace passare al nuovo, scoprire un nuovo personaggio. Certo, il fascino di raccontare all'infinito una saga è sempre dietro l'angolo, ma spesso arrivava quel momento che una vocina mi diceva: “non senti che ti stai ripetendo”, “che sei quasi un disco rotto”, “che non hai più niente da dire”, “che stai girando su te stesso”... e allora la mia immaginazione chiudeva un capitolo e ne apriva un altro. Tutti i personaggi che ho illustrato avevano le loro difficoltà. Per Stella Noris erano gli ambienti, ma poi non è del tutto vero perché l'amore che nutrivo per l'immaginario degli anni '50 mi facilitava a trovare le linee giuste. Direi piuttosto che quando mi sono trovato di fronte a delle difficoltà il piacere di superarle mi gratificava facendomi scoprire meglio le mie doti e il mio talento.
Sei noto soprattutto per figure femminili dalla sensualità prorompente. E quelle maschili?
Ho iniziato la mia carriera raccontando di personaggi maschili, Alan Hassad e Ronnie Fumoso, due investigatori, con la sceneggiatura di Daniele Brolli. Dopo ho continuato per anni a raccontare di personaggi femminili, la prima Stella Noris su testi di Lorena Canossa, poi Sweet Susy con Elena La Spisa e Chiara Rosenberg con celestino Pes. Intanto creavo da solo personaggi di carattere erotico come Angela di Casa HowHard, Ginger & Rogers, Aura e Beba. Adesso, a distanza di trent'anni, sono tornato a raccontare di personaggi maschili: una storia per la Francia insieme a Jean-Pierre Dionnet “Entre Chiens et Loups” e una storia tutta mia dedicata al periodo della resistenza, ambientata qui in Italia nel territorio dove vivo e sono nato. In questa storia, “Il mio nome è Alfredo”, il protagonista, Diego, diventa uomo suo malgrado e ha un confronto serrato e doloroso con il proprio padre. Temi che mi piacciono: introspezione psicologica dei personaggi e confronto con se stessi.
Qual è lo stato del fumetto erotico in Italia e nel resto del mondo?
Le cose cambiano, tutto cambia, ora Internet, invece che la carta stampata. intrattiene di più, ma direi che è lo “schermo”, come uno specchio narcisista, a farla da padrone. Che sia piccolo o grande, piatto o palmare sembra diventare una risorsa e una presenza costante per il nostro procedere. L'eros si trasmette anche così, attraverso le onde, diventa immagine impalpabile, virtuale. Per me raccontare a fumetti l'eros è stato un percorso interiore di conoscenza, quindi le mie tavole non sono nate per un mercato, in seguito probabilmente lo hanno costituito, ma prima di tutto hanno rappresentato un'espressione artistica.
Se devo dirti che qui in Italia si possa andare in qualche direzione editoriale precisa intorno al fumetto erotico, in questo momento, non vedo niente di consistente... e mi dispiace. Invece posso parlare della Francia che come al solito ha sempre più da dire sul fumetto, sia sul piano commerciale che nei contenuti. Ho debuttato in Francia sul finire degli anni novanta con le mie storie erotiche e la situazione era critica, la censura “separava” e condannava l'erotismo nei fumetti. In Francia c'è una lunga tradizione censoria sull'editoria erotica, ne sa qualcosa il mio agente Bernard Joubert che ha scritto addirittura un dizionario dedicato a tutte le riviste, i giornali e i libri che hanno subito la censura! Comunque, ormai sono più di 10 anni che pubblico regolarmente volumi erotici presso diversi editori francesi e nel corso del tempo la situazione si è ammorbidita, come se l'erotismo fosse finalmente stato digerito e “accettato”come qualcosa di commestibile. Ora, ci sono collane molto belle e visibili dedicate ai fumetti erotici anche presso grandi case editrici, come ad esempio “Erotix” della Delcourt.
C'è qualche autore di fumetti o illustratore che segui con particolare attenzione o che ti ha colpito?
Tanti, ma un fenomeno mi appassiona: autrici che raccontano a fumetti. Fino a un decennio fa erano pochissime: tra le italiane la Mandanici, la Ghigliano, la Casotto e la Vinci. Ora sono tante e bravissime: Giusy Oliva, Sara Pichelli, Laura Braga, Vanessa Santato, Michela Cacciatore, Elena Mirulla, Cristina Fabris... e tante altre.
A cosa stai lavorando in questo periodo?
Sto cercando di ultimare la storia “Il mio nome è Alfredo”, questa è la missione principe... e trovare un editore per una “giusta” pubblicazione. Poi sto cercando di organizzare insieme a Sergio Pignatone qualche mostra di pittura e grafica. E un altro progetto sta prendendo il volo oltralpe...
Quale consiglio daresti a chi inizia ora e vuole intraprendere la carriera di illustratore e autore di fumetti erotici?
Vale anche per quelli non erotici: non arrendersi di fronte alle difficoltà che possono nascere sul percorso e di lavorare “sentendo” che la scelta fatta corrisponda a quella personale. Disegnare fumetti è la scoperta di un talento non solo di illustratore ma anche di narratore e quando questo binomio si fonde in tutta la sua bellezza gli orizzonti si allargano e il mondo ti sorride. Buon lavoro!
Nota: tutte le immagini sono copyright Roberto Baldazzini e aventi diritto.